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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    Palermo, è faida nel Movimento 5 Stelle: esplode l’affaire Addiopizzo

    Nei prossimi giorni a Palermo sono previsti 30 gradi. Una calura quasi fuori stagione che però è stata anticipata dalle altissime temperature della campagna elettorale per le elezioni amministrative che si terranno l’11 giugno. In corsa per la carica di sindaco l’uscente Leoluca Orlando, il giovane Fabrizio Ferrandelli, per i grillini Ugo Forello, poi Nadia Spallitta, l’ancora più giovane Ismaele La Vardera e Ciro Lo Monte. Il primo confronto tra candidati, organizzato al teatro Don Bosco alla presenza dall’arcivescovo Corrado Lorefice, è servito per riscaldare i muscoli in una campagna elettorale che, si diceva, si annuncia alquanto infuocata. Soprattutto sul fronte grillino.

    Il Movimento e l’inchiesta sulle firme false
    Già scosso dall’inchiesta sulle firme false utilizzate nel 2012 a sostegno della candidatura di Riccardo Nuti, oggi deputato nazionale, Il Movimento Cinque Stelle è da mesi sulla graticola e dilaniato da lotte intestine con accuse al vetriolo. Subito dopo l’apertura dell’inchiesta sulle firme false, per esempio, Riccardo Nuti ha accusato l’attuale candidato, Forello, di aver manovrato dietro le quinte grazie alle sue amicizie a Palazzo di giustizia di Palermo: la responsabilità di Forello è di aver convinto due deputati regionali, La Rocca e Ciaccio, a raccontare ai magistrati la vicenda delle firme false. Perché Forello è un personaggio molto noto in città per essere stato tra i fondatori e tra i principali animatori del movimento antiracket Addiopizzo che ha avuto e ha rapporti di collaborazione con le istituzioni e forze dell’ordine.

    L’audio sulla gestione di Addiopizzo
    E arriviamo al punto di queste ore perché improvvisamente è comparso sui social ed è stato inviato ad alcuni cronisti palermitani un video che a sua volta riporta una registrazione (sottotitolata) in cui per trenta minuti Andrea Cottone, anche lui per anni militante del movimento Addiopizzo e oggi uno dei responsabili della comunicazione del movimento Cinque Stelle in Parlamento, racconta di Addiopizzo, di Forello, cita il presidente onorario della Fai (Federazione antiracket italiana) Tano Grasso, della gestione - definita poco trasparente e utilizzata per interessi economici personali - dell’associazione, dell’ex presidente Forello e della gestione di un Pon da un milione di euro da parte dell'associazione.

    Né Forello né Addiopizzo (che intanto ha smentito e ha annunciato una denuncia) escono molto bene da questo racconto. Ad ascoltarlo (e a registrare), con domande puntuali, in quel giugno 2016, in una stanza di Montecitorio proprio Riccardo Nuti, Giulia di Vita e Loredana Lupo, Chiara Di Benedetto: i primi due coinvolti nell’inchiesta firme false e sospesi dal partito. La diffusione dell’audio, come è chiaro, è l’ennesima puntata di una faida tutta interna con l’obiettivo di danneggiare Forello e magari prendersi una rivincita nei confronti del candidato uscito vincitore da comunarie che per alcuni rappresentanti storici del Movimento Cinque Stelle sarebbero dovute andare in modo diverso.

    Ma tant’è: il Movimento Cinque Stelle che in Sicilia i sondaggi danno oltre il 37 per cento rischia a Palermo di uscire dalla competizione elettorale con le ossa rotte. Giulia Di Vita su Twitter prova a dare una sua versione dei fatti: «Non so che dire. È una prova processuale agli atti della procura di Palermo, non sarebbe dovuta diventare pubblica. Come tante altre cose». Intanto la registrazione (palesemente estorta) è finita agli atti dell’inchiesta sulle firme false: l’audio rubato è stato depositato in procura dal legale di Nuti anche se sembra poco rilevante in relazione alle indagini sulle firme false.

    Intanto la Digos, continua ad ascoltare i firmatari della lista incriminata: dopo i 200 ascoltati nei mesi scorsi, sono 802 le persone comparse in questura per il riconoscimento delle sottoscrizioni. Il 17 maggio gli indagati compariranno davanti al gip in udienza preliminare e non v'è alcun dubbio che il clima si surriscalderà ancora una volta.

    “È in atto un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi. Contro tutto questo ci tuteleremo e abbiamo già presentato un ampio esposto”

    Nota del M5S a conferma della candidatura di Forello 

    Mentre lo staff del Movimento, con un comunicato stampa, conferma la candidatura di Forello e rilancia: «È in atto infatti un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi - si legge-. Contro tutto questo ci tuteleremo e abbiamo già presentato un ampio esposto sull'accaduto per risalire ai responsabili delle diffusione, nonché intrapreso già iniziative volte a inibire l'ulteriore diffusione e rimuovere quelle esistenti». Ma quella che riguarda i Cinque Stelle (con i suoi evidenti strascichi giudiziari) non è la sola polemica di giornata.

    Ferrandelli dalla sinistra a Forza Italia
    Ieri Fabrizio Ferrandelli, cinque anni fa candidato della sinistra contro Orlando e oggi sostenuto da un fronte vario che comprende Forza Italia, gli uomini dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro e di Saverio Romano, ha indicato il secondo assessore della sua giunta: si tratta di Giuseppe Labita e in caso di vittoria di Ferrandelli si dovrebbe occupare di fondi comunitari. Ed è arrivato subito l’affondo.

    A parlare Giusto Catania, storico esponente della sinistra palermitana (da Rifondazione a ciò che ne resta oggi): «La scelta di Fabrizio Ferrandelli di individuare un massone dichiarato alla carica di assessore è messaggio inquietante, infatti chi ricopre cariche pubbliche non dovrebbe aderire a poteri paralleli, seppur legali. I rappresentanti istituzionali, nell’esercizio delle loro pubbliche funzioni, devono rispondere esclusivamente a poteri trasparenti. - prosegue - In questo senso ci sembra che la scelta di Ferrandelli sia un segnale preoccupante anche alla luce della decisioni recenti della commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosi Bindi, che solo qualche settimana fa, ha chiesto che venissero sequestrati gli elenchi degli aderenti alle logge massoniche di Calabria e Sicilia».

    Pronta la replica di Labita: «Massone, e allora? Proprio perché non ho nulla da nascondere non ne ho fatto mistero. Sono un professionista e ho assunto l'impegno da professionista e padre di famiglia di aiutare Fabrizio a governare la città. La trasparenza è la base fondamentale del mio percorso umano e professionale. Invito chi la mette in dubbio a guardare altrove. Per completezza di informazioni, al signor Catania dico anche che ho presentato istanza per essere iscritto al Circolo degli scacchi. Attendo risposta».

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