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Italia al G7 con il messaggio di Putin

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da sochi a taormina

Italia al G7 con il messaggio di Putin

Una battuta sui “segreti” che Donald Trump avrebbe rivelato al ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov, e una sul messaggio affidato a Paolo Gentiloni in vista del G7 di Taormina: Vladimir Putin in vena di scherzare - e quindi di non rivelare nulla su quello che i russi potrebbero aver saputo sull’Isis in Siria - alla conferenza stampa con il presidente del Consiglio italiano, nella residenza Bocharov Rucei di Sochi. All’inevitabile domanda sulla bufera aperta dalla presenza di Lavrov alla Casa Bianca Putin ha risposto sorridendo, rimproverando il ministro (presente in sala, e pure lui di buon umore) per non avergli trasmesso alcun segreto. Mentre «se l’amministrazione americana lo riterrà opportuno, noi siamo pronti a fornire la trascrizione dell’incontro».

Putin si è detto preoccupato dalla «schizofrenia» che si sviluppa negli Stati Uniti e «fomenta la psicosi anti-Russia»: «Se sono in buona fede sono stupidi - ha detto - oppure, se lo fanno coscientemente, sono pericolosi». Quanto a una valutazione sull’attività di Trump, il presidente russo ha detto che «questo non è affare nostro: la dovrà fare il presidente americano».

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Ma Gentiloni è venuto a Sochi a incontrare Putin alla vigilia del summit del G7 il 26 e 27 maggio a Taormina, cui la Russia non potrà partecipare: venne esclusa da quello che era ancora il G8, il momento di incontro tra le maggiori economie mondiali, nel 2014, a causa della crisi ucraina. Sia Roma che Mosca, dunque, tengono a sottolineare la funzione che l’Italia presidente e ospite del G7 può ricoprire trasmettendo ai partner la voce del Cremlino sui temi di attualità più gravi, dalla Siria alla Libia, dalla Corea alla lotta al terrorismo. Anche qui, Putin ha liquidato una domanda con una battuta: che messaggio ha affidato al presidente del Consiglio italiano per il G7?. «Non posso dirlo, è un messaggio segreto», ha risposto.

In realtà, il bilaterale di Sochi - Putin e Gentiloni hanno continuato a parlarsi durante il pranzo - ha rivestito una grande importanza sia sul fronte politico che economico, con la firma di sei accordi. Quanto al messaggio da portare al G7, al posto di Putin ha risposto Gentiloni. «Il messaggio è molto semplice. La Russia è un attore molto importante sulla scena internazionale, e nel Mediterraneo per l’Italia. Come presidente del G7, per me è molto rilevante acquisire il suo punto di vista». Quello di Taormina sarà un momento importante perché alcuni leader vi parteciperanno per la prima volta, ha detto Gentiloni: «L’opinione della Russia deve essere parte della discussione. Le crisi non possono cancellare la necessità di tenere aperto un dialogo». Più passi avanti si faranno, dal fronte ucraino a quello siriano, e più facile sarà immaginare un ritorno dal G7 al G8.

Da parte sua, Putin ha sottolineato la necessità di «liberarsi della politicizzazione» delle relazioni internazionali proprio per poter lavorare insieme sulle crisi «in tutte le direzioni». Sia lui che Gentiloni pongono particolare attenzione alla Libia, dove è interesse di entrambi fare in modo che l’attuale governo Serraj (sostenuto dalla comunità internazionale) estenda la propria base da Tripoli arrivando a una convergenza con il generale Haftar, uomo forte della Cirenaica vicino a Mosca. «In Libia c’è la speranza di arrivare a stabilire un’intesa, da parte nostra c’è la disponibilità a favorirla, insieme agli amici italiani», ha detto Putin.

Ma il vero nodo che blocca ogni progresso - non c’è bisogno di ripeterlo - è la situazione in Ucraina. «Tutti conosciamo l’origine delle sanzioni - dice Gentiloni -. Le decisioni prese dalla Ue sono collegate alla crisi ucraina e una risposta positiva è collegata al rispetto degli accordi di Minsk. Dal nostro punto di vista lo sforzo in ambito Ue e Nato è sottolineare che non può esserci automatismo nel rinnovo delle sanzioni. Una discussione seria deve tenere conto di come si sta sviluppando la situazione sul terreno in Ucraina». L’Italia sarà presto ancor più coinvolta, assumendo il prossimo anno la presidenza di turno dell’Osce, l’organizzazione europea incaricata di monitorare sul terreno con i suoi osservatori il rispetto delle intese per la stabilizzazione dell’Est ucraino. Nessuna decisione presa con il pilota automatico, torna a dire dunque Gentiloni, che però ripete: «Nessuno pensi che l’Italia rompa in solitario» rispetto agli alleati Ue e Nato.