Un risparmio di 76 milioni di euro per le casse del Parlamento sulle quali gravano non solo le indennità ma anche le pensioni e i vitalizi di deputati e senatori. Tenendo conto che il bilancio di Montecitorio è pari a 956,8 milioni, il taglio proposto dal deputato Pd Matteo Richetti (il cui Ddl è stato adottato ieri come stesto base) sarebbe pari all’8% delle spese della Camera.
Contributivo esteso a tutti
Con questo Ddl, per la prima volta, si interviene con una legge su una materia da sempre disciplinata dai regolamenti parlamentari. Il trattamento previdenziale dei parlamentari viene completamente equiparato a quello dei lavoratori dipendenti e viene applicato anche ai parlamentari il limite dei 65 anni per l’erogazione della pensione. Inoltre, il nuovo sistema viene applicato anche ai trattamenti previdenziali già in essere (quelli di cui beneficiano gli ex parlamentari), compresi i vitalizi attaualmente percepiti che vengono definitivamente aboliti e ricalcolati secondo il nuovo sistema contributivo. Questo stesso sitema viene poi esteso ai consiglieri regionali.
Le posizioni dei partiti
Sul testo è stato siglato un patto di ferro tra Pd e M5S. Un accordo che dovrebbe portare al via libera veloce. Alla Camera il 31 maggio e al Senato entro l’estate. Dovrebbe. Perché molti gruppi parlamentari hanno già manifestato la loro contrarietà. Durante il dibattito per l’adozione del testo base, ieri, in commissione Affari costituzionali, il capogruppo Fi Francesco Paolo Sisto, ha parlato senza mezzi termini di provvedimento «incostituzionale», che tocca diritti «acquisiti» e che sarà osteggiato dal suo partito. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Lupi di Ap, secondo il quale è l’ufficio di presidenza della Camera l’organo preposto a occuparsi di questo tema. Uguale la posizione di Pino Pisicchio, del gruppo Misto. Qualche perplessità anche all’interno del Pd con Giuseppe Lauricella non entusiasta di dover votare una legge per regolare i vitalizi. Dubbi che il relatore Richetti mette nell’angolo quando invita a superare l’ingiustizia di un vitalizio dato a chi «ha fatto solo qualche giorno di legislatura». «Ci sarà poi chi - aggiungeRichetti - magari ha versato 20 anni di contributi da parlamentare e quindi guadagnerà di più, ma saranno molto pochi. D’ora in poi chi ha versato pochi contributi non potrà più guadagnare tanto». Adesso l’appuntamento è per martedì con gli emendamenti e poi il 31 maggio l’appuntamento è per il via libera in Aula.
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