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Dossier Sul pianeta «4.0» sbarcano i colossi It

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    Dossier | N. 15 articoliRapporto Impresa 4.0

    Sul pianeta «4.0» sbarcano i colossi It

    Nell’arena dell’automazione industriale sono entrati i colossi dell’informatica, finora “padroni” solo di uffici e data center. Le fabbriche intelligenti - tradizionale territorio dei fornitori Ot (operational technology: l’informatica dell’automazione) - rappresentano infatti una grande opportunità di business per i protagonisti dell’Information technology (It). Secondo lo studio Bcg «Winning in IoT», la sola spesa per la Internet of Things (IoT) B2B entro il 2020 ammonterà a 250 miliardi di euro, con un tasso medio di crescita annua del 20%.

    Il ponte fra i mondi It e Ot è indispensabile allo sviluppo di un’impresa 4.0, che si basa proprio sull’integrazione fra automazione e digitalizzazione di tutta l’azienda. Una trasformazione spinta anche dal piano governativo Industria 4.0, che incentiva chi investe non solo in beni strumentali, ma anche in beni immateriali (come software e sistemi It) funzionali alla trasformazione tecnologica dei processi produttivi e all’archiviazione digitale e integrata.

    Ibm da tempo lavora su progetti di industria 4.0 con un team e soluzioni dedicati. Sull’industrial IoT ha investito tre miliardi di dollari. Il risultato è un’offerta completa, che ha già conquistato seimila industrie clienti, basata sul sistema cognitivo su piattaforma Watson IoT , sul cloud manufacturing (con Bluemix), su soluzioni per l’analisi dei big data in tempo reale, sull’integrazione della sensoristica con l’infrastruttura It per la fabbrica interconnessa. «Soluzioni che non si applicano solo alla produzione meccanica ma anche a comparti come l’alimentare, l’abbigliamento o l’arredamento, strategici per il made in Italy», spiega Stefano Rebattoni, responsabile Strategia industria 4.0 per Ibm. Le partnership saranno sempre più importanti. Come quella con Abb, che combina la competenza nelle tecnologie industriali del partner svizzero con quelle informatiche di Big Blue. E come il dialogo lanciato al recente Watson summit con la regina del networking Cisco: in rampa di lancio un evento itinerante dei due big dedicato alle Pmi italiane, nell’ambito del grande programma Digitaliani di Cisco. Per non spaventare le Pmi, Cisco punta sulla gradualità di adozione delle sue soluzioni Connected factory - dal networking alla sicurezza, fino agli analytics - con la possibilità di inserire sistemi di interconnessione intelligente in impianti non concepiti in una logica di comunicazione tra macchine. «Se l’It e l’Ot (operational technology: l’informatica dell’automazione) non sono convergenti non è possibile implementare efficacemente alcun progetto di industria 4.0», precisa Michele Dalmazzoni, Collaboration & industry digitization leader di Cisco Italia.

    Anche Microsoft guarda a industria 4.0 con interesse, forte della piattaforma cloud Microsoft Azure. Alla fiera Sps di Parma, da oggi al 25 maggio, presenta con Tenova una soluzione di industria 4.0 per promuovere la trasformazione digitale del settore siderurgico. Recente anche l’installazione su Azure dell’Abb Ability electrical distribution control system, in un progetto pilota presentato a Dalmine. A Sps c’è anche Oracle, che porta la sua linea di prodotti IoT da usare anche fuori dalla fabbrica e che ribadisce la centralità delle piattaforme cloud per capitalizzare gli investimenti in innovazione.

    Il big tedesco Sap, invece, ha annunciato investimenti per due miliardi di euro in 5 anni sull’IoT, ha lanciato il portfolio IoT Sap Leonardo e ha firmato un’alleanza con i giapponesi di Mitsubishi e i tedeschi di Kuka per fare entrare nella smart factory la sua piattaforma cloud. Inoltre con Sap Hybris offre la gestione dei dati dei clienti in tempo reale per attività di marketing mirate. Forti investimenti sull’IoT anche per Intel, che da produttore di microchip sta diventando una data company a suon di acquisizioni e di nuovi prodotti di digital photonics o per il cloud 2.0 (i megacloud). E gli altri? In attesa delle prossime mosse di Google e di vedere concretizzato il fondo Apple da un miliardo di dollari per il manifatturiero Usa hi-tech, Hewlett Packard Enterprise ha lanciato The machine, un sistema che lavora con Synergy, il gigantesco server che gestisce il cloud e trasforma i dati in informazioni di valore, oltre alla sua gamma di soluzioni classiche (per la cybersecurity e la stampa 3D, ad esempio).

    Sul tema 4.0 lavorano anche gruppi italiani come Reply (che ha appena lanciato Brick Reply, una innovativa piattaforma di Manufacturing operations per industria 4.0) ed Engineering (che ha firmato un accordo con il big della robotica Comau sulla manutenzione predittiva, da cui è nato un primo prodotto: un’interfaccia uomo-macchina su smartwatch).

    Nel settore della cybersecurity si muove InfoCert (gruppo Tecnoinvestimenti), specializzata in servizi di dematerializzazione e identità digitali. Temi importanti, dal momento che la digitalizzazione prevede l’accesso, anche in remoto, a una grande quantità di dati sensibili. Nella gestione delle transazioni digitali, oltre a certificare l'identità e l'integrità delle informazioni, InfoCert certifica la georeferenziazione della transazione e l’identificazione delle macchine aziendali e di quelle dei partner: «Occorrono strumenti in grado di identificare una macchina gestendo i livelli di autorizzazione per l’interazione con altre macchine certificate lungo tutta la filiera», spiega Marco Di Luzio, Head of Digital consulting di InfoCert.

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