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Grillo apre al tedesco, Renzi «vede» il traguardo del voto il 24…

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riforma elettorale

Grillo apre al tedesco, Renzi «vede» il traguardo del voto il 24 settembre

«Un capolavoro tattico». Il leader del Pd Matteo Renzi, da Pontassieve, prepara gli incontri decisivi sulla legge elettorale di lunedì e registra con soddisfazione la convergenza di quasi tutti i partiti sul modello tedesco, ossia un proporzionale senza preferenze e con soglia di sbarramento al 5%: oltre a Forza Italia e la Lega, ieri è arrivato il sostanziale via libera del Movimento 5 Stelle tramite il solito post di Beppe Grillo sul suo blog. «Voto subito, niente coalizioni elettorali, proporzionale rigoroso sulla totalità dei seggi della Camera e soglia si sbarramento al 5%», sono le condizioni dettate da Grillo che ha annunciato un referendum tra gli iscritti. Anche il leader M5s dunque sposa il tedesco. Con l’unica richiesta aggiuntiva di un «eventuale» premio di governabilità per la prima forza politica. Altro che patto del Nazareno, esulta Renzi respingendo l’accusa preventiva di inciucio con Berlusconi lanciatagli dalla sinistra del suo partito, con Andrea Orlando che osteggia la soluzione tedesca, e da tutta la sinistra a sinistra del Pd. Fatto sta che da quel che emerge, la trattativa non sarebbe limitata solo alla legge elettorale ma - almeno secondo alcune indiscrezioni riportate da Huffington Post - anche a un accordo sul nuovo giudice della Corte costituzionale che sarebbe stato individuato in Franco Coppi, che, oltre ad essere un giurista e un penalista di fama, è anche uno degli avvocati del Cavaliere.

L’impatto dello sbarramento al 5%
Renzi continua a ripetere che l’eventale intesa è sulla legge elettorale e rivolta a tutte le forze politiche.«Sul sistema tedesco convergono tutti i grandi partiti e, a quanto sembra, anche i fuoriusciti di Mdp. Noi partiamo dalla nostra proposta, il Rosatellum, che è un sistema più maggioritario. Ma se tutti vogliono il proporzionale alla tedesca che dobbiamo fare?». Che poi, fa notare Renzi nelle conversazioni di queste ore, si sta sottovalutando l’impatto dello sbarramento al 5% in un sistema politico così frastagliato come quello attuale: alla fine entreranno in Parlamento 4 o 5 partiti al massimo, con un effetto di grande semplificazione del quadro anche grazie al meccanismo del voto utile su cui il leader dem conta molto.

La “clausola” delle elezioni anticipate al 24 settembre
In questo nuovo contesto di trattativa che sembra comprendere anche il M5S, l’atteso incontro tra Renzi e Berlusconi potrebbe non esserci affatto: i due si sono sentiti e si sentiranno ancora al telefono prima della direzione del Pd di martedì pomeriggio, ma un incontro - comunque ancora possibile - non farebbe che confermare i sospetti di inciucio senza apportare vantaggi ai contraenti del nuovo patto. Patto che, dal punto di vista di Renzi, comprende la “clausola” delle elezioni anticipate al 24 settembre, stesso giorno in cui si vota in Germania, e la garanzia che nel probabile futuro governo di larga coalizione sarà lui a sedere a Palazzo Chigi. Renzi non vuole certo passare per il killer di Gentiloni, e infatti continua a ripetere che il Pd appoggia lealmente il governo. Il punto è un altro: «Sono gli altri partiti, dalla Lega al M5s, a mettere come condizione quella del voto anticipato - è il ragionamento che si fa in casa renziana -. E di questo il presidente della Repubblica, una volta approvata una legge elettorale razionale, europea e che ha un forte effetto antiframmentazione non può non prenderne atto». E gli elementi di instabilità non mancano di certo agli occhi di Renzi: dalla vicenda dei voucher (si veda l’articolo a pagina 2), con i bersaniani di Mdp pronti a uscire dalla maggioranza e con la leader della Cgil Susanna Camusso piantonata alla Camera per monitorare il lavoro sugli emendamenti alla manovrina (il dettaglio della sua presenza non è certo sfuggito al leader dem), alle difficoltà sulle banche venete e nei rapporti con Bruxelles. «La domanda da porsi è sempre la stessa: la prossima legge di bilancio è bene che la faccia un governo forte, appena insediatosi, o un governo in fine legislatura ostaggio dei ricatti dei partitini?».

I 416 emendamenti depositati da FI
Forza Italia intanto si porta avanti con il lavoro. Ieri tra i 416 emendamenti depositati in commissione, ci sono anche i 2 messi a punto dagli azzurri Brunetta e Occhiuto che trasformano il maggioritario Rosatellum nel proporzionale simil-tedesco. Il principio cardine è che a prevalere sia sempre il voto proporzionale. Dunque anche se un partito vincesse in tutti collegi, il numero dei seggi non potrebbe comunque superare la quota assegnatagli a livello proporzionale. Confermata anche la soglia di sbarramento al 5%, che piace tanto anche a Renzi e Grillo e che però potrebbe rappresentare il de profundis per i partiti minori. Primo fra tutti Ap, il partito di Alfano, che ha chiesto esplicitamente a Renzi di partire da un accordo di maggioranza sulla legge elettorale, avvertendo che in caso contrario ognuno giocherà per proprio conto. Una minaccia però che ha le ali spuntate, visto che un accordo sulla legge elettorale tra Pd, Fi, Grillo e Lega passerebbe anche in caso di crisi. Il Pd intanto ha già pronto il suo emendamento simile a quello depositato da Fi che verrà presentato dal relatore Emanuele Fiano solo dopo la direzione del Pd di martedì e la verifica di lunedì con tutte le forze politiche. Una verifica che potrebbe includere il vis a vis tra Renzi e Berlusconi, anche se nessuno dei 2 al momento sembrerebbe smaniare per una foto che inevitabilmente rafforzerebbe l’immagine del nuovo Nazareno.

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