È tutta aperta la sfida per il sindaco di Padova, dopo che il centrosinistra ha rischiato ad un mese dal voto di trovarsi senza candidato. Sergio Giordani, 64 anni, l’imprenditore sostenuto dai Dem e da una vasta area civica, colpito da ictus cerebrale alcune settimane fa, è riuscito a recuperare in fretta, e (quand’era ancora in ospedale) ha firmato l’accettazione della candidatura, che lo pone nel ruolo di principale sfidante di Massimo Bitonci.
Centrodestra in pole, con divisioni
Bitonci, l’ex sindaco leghista, sfiduciato nel novembre scorso, e nuovamente in campo per riprendersi Palazzo Moroni, è il favorito nella corsa alla poltrona di sindaco, appoggiato dal Carroccio e dalla parte maggioritaria di Forza Italia (oltre che da Fratelli d’Italia). Un legame in funzione elettorale ritrovato in fretta quello tra gli azzurri e Bitonci, che all’indomani del voltafaccia dei consiglieri comunali forzisti Bianzale e Pasqualetto (oggi in lista con Giordani), che l’avevano defenestrato assieme all’opposizione, aveva giurato che sarebbe tornato in lizza «senza traditori». Padova (come Verona) offre un’immagine plastica delle divisioni nel centrodestra: tra i sostenitori di Giordani vi sono alcuni, ad esempio i moderati di Alternativa Popolare, capitanati dal sottosegretario Barbara Degani, ed ex esponenti della maggioranza di Bitonci.
Il centrosinistra punta almeno al balottaggio
Giordani, noto per essere stato il presidente del Padova Calcio nell’ultima stagione in serie A, punta come minimo al ballottaggio con Bitonci. Non è però da sottovalutare, tra gli altri candidati, il suo avversario “a sinistra”, Arturo
Lorenzoni, il professore universitario che con Coalizione Civica raggruppa forze che vanno da Sinistra Italiana agli Adl Cobas. Il rapporto con il Pd si è rotto quando i democratici hanno scelto di evitare le primarie, per puntare su Giordani. Ma in caso di secondo turno, il problema del confronto con il prof dell’area civica si ripresenterà, perché Lorenzoni potrebbe diventare l’ago della bilancia.
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