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Industria 4.0, più fondi per i poli di eccellenza che aiuteranno…

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le ultime novità in manovrina

Industria 4.0, più fondi per i poli di eccellenza che aiuteranno le Pmi

Raddoppia la dote a disposizione dei «competence center», i centri di eccellenza che avranno il compito di aiutare le imprese, in particolare le Pmi, a fare il salto tecnologico verso la quarta rivoluzione industriale. Tra gli emendamenti governativi alla manovrina approvati in commissione Bilancio della Camera c’è infatti una nuova iniezione di risorse che porta in tutto a 60 milioni i fondi a disposizione per i prossimi anni per far decollare i «competence center». Arrivano anche i chiarimenti sulle agevolazioni per le start up con l’estensione a cinque anni (non più 4) per tutto il pacchetto di benefici.

L'aumento di finanziamenti per i competence center - 10 milioni per il 2018 e 20 milioni per il 2019 che si aggiungono ai 20 milioni per quest'anno e 10 per il prossimo stanziati dall’ultima stabilità - servirà a potenziare questi poli (se ne prevedono 5-6 in tutta Italia) che dovranno aiutare le aziende, promuovendo e sostenendo la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico e la formazione sulle tecnologie avanzate per le quali sono disponibili gli incentivi del piano Industria 4.0. I competence center lavoreranno sotto la regia di università e centri di ricerca di eccellenza con l'aiuto delle aziende nella forma del «partenariato pubblico-privato». Nelle prossime settimane dovrebbe essere pubblicato il bando pubblico per selezionare i centri: il decreto attuativo del Mise è al vaglio del Consiglio di Stato e della Corte dei conti.

Tra le ultime novità ci sono anche misure per le start up. Un altro emendamento approvato in extremis in commissione Bilancio della Camera punta infatti a chiarire meglio l'applicabilità del limite temporale del regime agevolativo per le start up. Viene specificato in particolare che l’estensione a 5 anni (invece dei precedenti 4 anni) del periodo in cui le start up possono godere delle agevolazioni riguarda tutto il pacchetto di misure introdotte dal decreto crescita del 2012. Un’altra modifica approvata riguarda invece l'installazione di moduli fotovoltaici non certificati o con certificazioni non regolari negli impianti con potenza superiore a 3 kw: la norma prevede una riduzione della tariffa incentivante del 20% oltre a un trattamento sanzionatorio meno penalizzante per chi dichiara spontaneamente l'inidoneità dei moduli.

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