Accade anche ai migliori istituti nazionali di statistica di perdere qualche colpo nelle stime flash sul Pil. Oggi è accaduto all'Istat, che nella classifica dei migliori è riconosciuta da decenni a livello internazionale. Nei primi novanta giorni dell'anno il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,4% e non dello 0,2% come era stato indicato, in via preliminare appunto, due settimane fa. La revisione di due decimali fa notizia, per trovare un precedente bisogna risalire al 2009 e fu al ribasso.
Anche in Francia hanno rivisto le stime
Qualche giorno fa anche l'Insee, l'istituto di statistica francese ha rivisto in rialzo di un decimale la sua stima flash, correggendo la crescita del primo trimestre dallo 0,3 allo 0,4%. Due mosse del genere su due delle più importanti economie dell'Ue potrebbe a questo punto determinare una correzione della stima Eurostat sul Pil del primo trimestre dell'euro area, dato attualmente in crescita dello 0,5%. Si vedrà. Con la revisione di oggi l'economia nazionale segna una crescita congiunturale in linea con quella registrata nei primi tre mesi del 2016. Altra revisione al rialzo di un decimale è stata fatta sull'ultimo trimestre dell'anno scorso (ora dato in crescita dello 0,3%).
La corsa dei servizi e i dati raccolti dopo il 16 maggio
La variazione dei primi novanta giorni del 2017 è espressa in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretta per gli effetti di calendario e destagionalizzata. In termini tendenziale la crescita è dell'1,2%, per una variazione acquisita pari allo 0,9%. Nelle due settimane passate dalla stima preliminare del 16 maggio, l’ Istat ha raccolto una serie di dati (fatturati, attività di credito e altro) che non sono disponibili quando si chiudono le stime preliminari e che hanno rafforzato la componente dei servizi, come noto la più importante di ogni economia avanzata. In Italia i servizi spiegano il 73% del del valore aggiunto dell'economia, a fronte del 20 per cento circa rappresentato dalla manifattura. Ebbene, nel primo trimestre il valore aggiunto dei servizi è cresciuto dello 0,6%, quello dell'industria è sceso dello 0,3% e quello dell'agricoltura è balzato del 4,2%. Vale ricordare che lunedì 22 maggio nel documento “Prospettive sull'economia italiana” Istat ha previsto una crescita in termini reali del Pil dell'1% quest'anno, contro lo 0,9% registrato nel 2016 e oltre l'acquisto attuale. I rischi al ribasso su questa stima restano ma sono molto, molto minori di quelli che i revisori più accreditati sostenevano fino a una settimana fa.
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