Nel cuore del Piemonte dove la vocazione agricola e vitivinicola è rimasta forte, Asti torna al voto forte di una tradizione culturale che parla attraverso il Palio e della Douja D’Or, ma che cerca rilancio attraverso una fase di rinnovamento. urbanistico e non solo. A cominciare dal recupero dei quartieri più a margine fino al lavoro di “tessitura” tra la città e le sue “ventine”, le frazioni intorno al centro cittadino. Con, sulla carta, una buona tenuta dell’occupazione a livello provinciale grazie proprio all’aumento degli occupati in agricoltura.
Riqualificazione urbana
La sfida della riqualificazione del tessuto urbanistico della città passa attraverso il recupero delle aree più ai margini e il rilancio del centro storico. Un quartiere rimasto indietro è quello intorno al vecchio ospedale di Asti, chiuso ormai dal 2003, con i relativi problemi di decoro, sicurezza e igiene. Molti poi gli immobili vuoti, da riqualificare. Mentre il centro storico di Asti, tra i più belli e antichi del Piemonte, avrebbe bisogno di una riorganizzazione. A cominciare, ad esempio, dalla possibile pedonalizzazione delle aree centrali come piazza Alfieri, dalla creazione di nuovi spazi destinati ai parcheggi e dal possibile rilancio dell’area destinata al Mercato coperto. In questo capitolo rientra il dibattito sul possibile recupero degli immobili vuoti e sul nuovo piano regolatore. In primo piano il tema del consumo del suolo e la necessità di strumenti innovativi che possano favorire e sostenere gli interventi di recupero funzionale delle aree industriali dismesse.
Viabilità e parcheggi
Torna anche in questa campagna elettorale, accanto alla possibile pedonalizzazione del centro storico e al tema dell’ampliamento della Ztl, anche il progetto di un parcheggio interrato da realizzare sotto una delle piazze storiche oppure in aree limitrofe, ad esempio lo stesso ex ospedale che si trova a pochi metri dal centro. Al tema della viabilità nel centro cittadino si affianca il dibattito sulla realizzazione del sistema tangenziale sud-ovest per l’area di Asti.
Il distretto del vino
Asti è la città del vino ma di fatto in città non c’è un luogo che racconti questa forte specializzazione dell’intero territorio astigiano. Il progetto del Museo del vino, elaborato anche con l’aiuto degli industriali della città, è in fieri ma procede a rilento. Servirebbe accelerare e individuare le giuste risorse. Così come sarebbe interessante rafforzare la vocazione vitivinicola affiancando all’istituto agrario anche una offerta formativa specifica in campo enologico per i ragazzi che frequentano la scuola secondaria. Anche perché, se è vero che il tasso di disoccupazione ad Asti è due punti sotto la media regionale (al 7,3%) , la disoccupazione giovanile invece resta un fenomeno preoccupante.
Gioielli da recuperare
Uno su tutti, l’area paleontologica di Valleandona, ad esempio. Un’area di grandissima rilevanza scientifica per la sua conformazione fisica e per la ricchezza di testimonianze fossili, ma ancora forse poco conosciuti. Potrebbe essere al centro di un progetto di promozione culturale e scientifica.
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