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Dossier Il made in Italy trova l’export passando dagli stand internazionali

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    Dossier | N. 3 articoliRapporto Fiere

    Il made in Italy trova l’export passando dagli stand internazionali

    Servono ancora alle Pmi - nell’era del global e del social – le fiere internazionali, per esportare il made in Italy e crescere all’estero? Sì, se si moltiplicano gli accordi tra gli enti fieristici e i colossi esteri (dalle fiere tedesche che da anni presidiano, per settori di competenza, i quartieri espositivi del Far East ai più agili organizzatori internazionali di eventi, britannici o statunitensi). Non da meno sono gli accordi tra fiere nostrane e Camere di Commercio. L’ultimo, in ordine di tempo, ha pochi giorni ed è l’intesa siglata tra Cfi (Comitato fiere industria) Confindustria e Assocamerestero (l’Associazione che riunisce le 78 Camere di Commercio italiane all’estero e Unioncamere).

    Grazie all’accordo di collaborazione, la rete camerale estera garantirà, sui 54 mercati di presidio, una diffusione capillare del calendario fieristico italiano presso un target mirato di operatori di settore, nonché un costante monitoraggio delle opportunità d’affari e dei trend nei settori più rilevanti per il nostro sistema fieristico. «Il processo di internazionalizzazione delle imprese, specie delle Pmi – spiega il presidente di Cfi, Massimo Goldoni – passa prioritariamente tramite le fiere che si svolgono in Italia».

    «L’attività fieristica – racconta Gian Domenico Auricchio, presidente di Assocamerestero – è da sempre un asset strategico del business delle Camere di Commercio e testimonia la loro crescita nella realizzazione di servizi fieristici avanzati, soprattutto nella fase di follow-up delle manifestazioni con gli operatori esteri, grazie al radicamento della nostra rete all’interno delle comunità d’affari locali».

    Negli ultimi 8 anni il sistema fieristico italiano ha fatto passi da gigante. Nel solo 2016 si sono svolti ben 946 eventi fieristici, di cui 189 manifestazioni internazionali, con circa 22 milioni di visitatori e oltre 200mila espositori.

    La Cfi ha prodotto un Libro bianco, in cui sottolinea come, secondo le stime di Ufi (l’associazione internazionale delle fiere) il comparto europeo investirà, nel prossimo decennio, 5 miliardi di euro per rendersi più competitivo. «Non tanto per estendere – ha sottolineato il prsidente di Cfi, Massimo Goldoni – quanto per rendere i quartieri fieristici più compatibili con ambiente e sicurezza e adattarli a nuovi format, anche digitali». Altro punto essenziale, spiega Goldoni, «è arrivare alla certificazione dei dati delle fiere di livello internazionale, quale elemento qualificante e di credibilità. Infine, serve un adeguamento anche dell’indotto fieristico, attivando un dialogo con gli enti pubblici (come Comune e Regioni) ma anche privati (hotel, servizi turistici, taxi) anche per coordinare iniziative e prezzi. Come dire, l’eccessiva speculazione nei giorni di massimo afflusso fieristico, alla fine, non paga e non fidelizza i visitatori.Il successo di una fiera è saper vivere 365 giorni all’anno».

    Ma è anche necessario che le imprese espositrici, soprattutto le piccole e medie, pianifichino meglio le strategie di internazionalizzazione, selezionando i mercati, impiegando personale qualificato e investendo di più.

    «Sono due i fattori chiave in questo settore – sottolinea Denzil Rankine, executive chairman di Amr International (società di consulenza internazionale per eventi e manifestazioni fieristiche) –. Il primo è assecondare l’innovazione, non tollerarla come fosse un male necessario. Per gli organizzatori di eventi deve essere una costante. Soprattutto perché i clienti delle fiere hanno aspettative sempre più elevate. L’investimento fieristico deve rendere e deve essere orientato al meglio a fare business. Anche adattandosi alle esigenze dell’area in cui l’evento si inserisce. Mentre le imprese devono imparare a sfruttare i vantaggi della tecnologia. Il sistema fieristico italiano, in questi anni, è molto migliorato, ma dovrebbe rivedere gli assetti di governance, razionalizzare gli eventi e colmare le lacune tecnologiche e digitali»

    Sulla promozione del made in Italy attraverso le fiere ha scommesso anche il Governo, nel piano per favorire l’export da 76 milioni. Per il 2017-2018, si attende entro l’estate il decreto che dovrebbe dar corso a una terza tranche di incentivi.

    Al tema dell’internazionalizzazione del business attraverso le fiere è dedicato il convegno organizzato domani a Roma dall’associazione esposizioni e fiere italiane Aefi e dall’Agenzia Ice, nell’ambito della Giornata mondiale delle fiere indetta dall’Ufi. L’evento si articolerà in due momenti: dalle 10 alle 13 presso l’Ice si parlerà delle eccellenze italiane che si aprono al mondo, dalle 17 alle 19 alla Camera di Commercio si presenteranno le fiere territoriali italiane agli operatori internazionali.

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