Il gruppo Vodafone si schiera contro le fake news e l'hate speech, e blocca la pubblicità sui media digitali il cui principale obiettivo è la diffusione e la condivisione di “bufale” e l'istigazione all'odio.
«La diffusione di fake news e l'istigazione all'odio mettono a rischio il rispetto e la fiducia, che sono alla base del vivere civile. Vodafone - spiega la scelta il Ceo del Gruppo Vittorio Colao - promuove attivamente la diversità e l'inclusione, e considera di fondamentale importanza l'integrità dei processi democratici e delle istituzioni che, spesso, sono il bersaglio di chi diffonde notizie deliberatamente false. Non tollereremo alcun tipo di associazione fra il nostro brand e contenuti offensivi e dannosi».
L'obiettivo è dunque proteggere l'integrità del brand ma la ricaduta è prevedibilmente di “sistema” perché dagli investimenti i siti che hanno come scopo solo quello di aumentare le visite e generare rendite pubblicitarie (il cosiddetto “clickbait”) si recuperano risorse. Le nuove regole (che non limitano l'accesso ai contenuti dei clienti) prevedono che Vodafone, eventuali terzi che agiscano per suo conto e i suoi fornitori di piattaforme pubblicitarie (compresi, ma non limitati a Google e Facebook) adottino tutte le misure necessarie a garantire che le pubblicità di Vodafone non compaiano all'interno di media digitali il cui scopo principale è la diffusione di contenuti che degradano deliberatamente le donne o minoranze vulnerabili (hate speech); presentano come basate sui fatti (quindi non satira o opinioni), notizie che non hanno alcuna fonte primaria attendibile (o che si basano su un'attribuzione fraudolenta ad una fonte primaria), ovvero quelle che una persona ragionevole riterrebbe come deliberatamente fuorvianti (fake news).
Fino ad oggi Vodafone, come tutti i grandi marchi che si appoggiano ai provider di pubblicità digitale, quali Google e Facebook, applicava le tecnologie che usano algoritmi per indirizzare in modo mirato la pubblicità digitale verso le diverse categorie demografiche degli utenti, con il posizionamento dinamico degli spazi pubblicitari, a seconda dei siti web e dei social media frequentati; uno strumento efficace in quanto consente di concentrare e segmentare gli investimenti online.
Per evitare il rischio di affiancare la pubblicità a contenuti offensivi veniva usato un sistema di “blacklist” ma le maglie restavano troppo larghe. Ora le nuove regole contro le fake news e l'hate speech, introducono un approccio basato su una “whitelist” attraverso un sistema di controllo implementato dal network globale di agenzie pubblicitarie di Vodafone (guidate da WPP), da Google e da Facebook.
Il social con una nota fa sapere che «Facebook è impegnata a garantire l'integrità del brand e ad accogliere le nuove regole globali di Vodafone. Collaboriamo strettamente con tutti i nostri inserzionisti per assicurarci che loro abbiano il controllo su dove appaiono i loro annunci sulla nostra piattaforma e per rafforzare i nostri Standard della Comunità che includono policy contro i contenuti di hate speech, violenza o estremisti. I brand devono sentirsi sicuri nel sapere che hanno a loro disposizione questi strumenti e che noi continueremo a lavorare con tutti gli inserzionisti per aiutarli a offrire notevoli esperienze pubblicitarie in grado di generare risultati aziendali in un ambiente che sia sicuro per la loro marca».
Tali controlli garantiscono che le pubblicità di Vodafone compaiano solo all'interno di media digitali non focalizzati su contenuti dannosi. Questo monitoraggio, spiega il gruppo, sarà rivisto regolarmente da Vodafone e dal network globale delle sue agenzie pubblicitarie, per garantire che la selezione dei media da inserire nella whitelist sia appropriata, né troppo ampia, né troppo ristretta.
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