Dice così, un «errore». Le elezioni a settembre sono sbagliate e «il Paese ha bisogno di un po' di calma. Si devono finire le riforme che non ho inventato io ma derivano dal governo Renzi, bisogna fare una Finanziaria seria, mettere a posto la questione delle banche che è complessa e fare una riforma elettorale che non ci riporti al passato». Dal palco del Festival dell'Energia in corso a Milano Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, si unisce alle voci critiche crescenti nelle ultime ore rispetto alla possibilità di una chiusura anticipata della legislatura. «L' export è in ripresa, l'industria 4.0 procede ma non possiamo essere sempre preoccupati dalla prossima ordalia elettorale: così non si gestisce niente. Detto questo siccome politicamente non conto nulla lavorerò fino all'ultimo giorno su alcune grandi crisi aziendali e sulla Sen, cose che devo assolutamente chiudere». Il resto, tutto il resto, è in capo ai partiti e al presidente della Repubblica, fatto salvo lo spazio di segnalazione di alcune priorità («non penso che serva iscriversi a un partito politico per esprimere la propria idea di fronte a un rischio serio per il Paese»).
«Avanti con le riforme, prevalga interesse nazionale»
Passando al piano concreto di un’agenda futura, per Calenda il prossimo Governo deve senza dubbio rimettere al centro la questione di una clausola forte di supremazia di fronte a questioni di interesse nazionale («l'ho detto all'ex presidente del Consiglio perché quando ho da dirgli qualcosa gli parlo chiaro»). Secondo il ministro il tema «esiste ancora nonostante la sconfitta del referendum e finora non si è vista una proposta su un tema giudicato vero da tutti ma scritto in modo sbagliato».
«Serve un patto di sangue per le infrastrutture»
E dal ministro dello Sviluppo economico arriva anche la richiesta di un «patto di sangue» sulle infrastrutture per raggiungere in anticipo l'obiettivo dell'uscita dal carbone dell'Italia. «Non possiamo però dire non vogliamo gasdotti o elettrodotti». Per questo «ci sarà un allegato sulle infrastrutture necessarie” alla Sen, la Strategia energetica nazionale che «verrà portata a compimento dopo essere già stata presentata in Parlamento». Per Calenda «nulla sarà più come prima e gli obiettivi sulle energie rinnovabili non sono solo questioni di accordi internazionali, ma di sviluppo economico, che vale la pena perseguire indipendentemente dal fatto che qualcuno li lasci».
Bollo auto da rapportare al rinnovo parco veicoli
La Sen si occuperà anche di bollo auto come strumento alternativo a una «rottamazione costosissima» del parco dei veicoli. Spiega Calenda che la tassa di proprietà sarà definita «in rapporto a un rinnovamento del parco in maniera più accelerata». Un altro obiettivo è diffondere i punti di rifornimento di carburanti alternativi con neutralità tecnologica tra gas ed elettricità. «Non mi iscrivo né al partito dell'auto elettrica né a quello dell'auto a gas, la neutralità tecnologica ci è imposta dall'Ue».
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