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4/9 Legge elettorale / L'elezione nei collegi uninominali

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    Come funziona il voto “alla tedesca”

    Stesse regole per Camera e Senato e soglia di sbarramento al 5%: sono questi alcuni capisaldi della riforma delle legge elettorale, frutto di una inedita convergenza tra i partiti maggiori Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord. In molti la definiscono “alla tedesca” - riferendosi alle norme elettorali della Germania - ma alla prova dei fatti di tedesco ha davvero poco. Si tratta piuttosto di una riedizione, con diverse modifiche, del sistema di voto proporzionale che ha caratterizzato la Prima Repubblica negli anni tra il 1948 e il 1992. Vediamo le principali novità.

    4/9 Legge elettorale / L'elezione nei collegi uninominali

    Per le elezioni di Camera e del Senato i partiti presentano il nome di un solo candidato per ciascun collegio (collegi uninominali): il nominativo comparirà in maniera chiara sulla scheda di voto. Al termine del conteggio nazionale dei voti validi, una volta determinato il numero dei parlamentari che spettano a ciascun partito in proporzione ai voti ottenuti, si passa per prima cosa all'assegnazione del seggio al candidato che ha preso il maggior numero di voti in ciascun collegio. In questo modo si assegnano quindi 225 seggi di deputato (su 630 totali) e 115 seggi di senatore (su 315). A questa prima assegnazione devono essere aggiunti gli eletti della circoscrizione Esteri e delle circoscrizioni Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta).

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