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5/9 Riforma elettorale / L'elezione dei candidati circoscrizionali

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    Come funziona il voto “alla tedesca”

    Stesse regole per Camera e Senato e soglia di sbarramento al 5%: sono questi alcuni capisaldi della riforma delle legge elettorale, frutto di una inedita convergenza tra i partiti maggiori Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord. In molti la definiscono “alla tedesca” - riferendosi alle norme elettorali della Germania - ma alla prova dei fatti di tedesco ha davvero poco. Si tratta piuttosto di una riedizione, con diverse modifiche, del sistema di voto proporzionale che ha caratterizzato la Prima Repubblica negli anni tra il 1948 e il 1992. Vediamo le principali novità.

    5/9 Riforma elettorale / L'elezione dei candidati circoscrizionali

    Sulla scheda elettorale, oltre al nome del candidato per il collegio uninominale, ciascun partito presenta accanto al proprio simbolo una lista da due a sei nomi per ciascuna circoscrizione (listino) che occuperà uno spazio distinto. Nel caso (praticamente certo) la prima assegnazione dei seggi uninominali non esaurisca il numero dei seggi spettanti a ciascun partito in base al riparto proporzionale dei voti ricevuti si procede ad una ulteriore assegnazione di parlamentari basata sul numero di voti ricevuti in ciascuna circoscrizione. Quindi se ne spettano per esempio due gli eletti saranno i primi due nominativi indicati nel listino, se tre i primi tre nomi, e così via. Non sono previste preferenze, e per questo i listini sono detti “bloccati”, perché l'individuazione degli eletti deve seguire obbligatoriamente l'ordine indicato. Se anche l'assegnazione dei seggi circoscrizionali non esaurisce il numero di eletti spettanti a ciascun partito si procede a ripescare i candidati “migliori perdenti) dei collegi uninominali.

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