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Laboccetta, indagato con il «re dello slot», ora potrebbe…

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in PARLAMENTO

Laboccetta, indagato con il «re dello slot», ora potrebbe tornare alla Camera

(Olycom)
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Da Regina Coeli a Montecitorio in pochi mesi. È il repentino cambio di scenario che potrebbe toccare in sorte ad Amedeo Laboccetta, esponente napoletano di Forza Italia e già parlamentare del Pdl nella scorsa legislatura, finito in carcere a dicembre e tornato in libertà dopo 17 giorni: la Procura di Roma lo ha indagato, insieme al “re delle slot” Francesco Corallo, nell’inchiesta sulla presunta associazione per delinquere che riciclava i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery. La stessa nella quale Gianfranco Fini è indagato per concorso in riciclaggio.

Nelle elezioni del 2013 Laboccetta risultò il primo dei non eletti nella circoscrizione Campania 1. Davanti a lui, tra gli altri, Raffaele Calabrò, 70 anni, anche lui candidato nelle liste del partito di Silvio Berlusconi ma poi transitato in Ncd (ora Alternativa popolare) al seguito di Angelino Alfano. Cardiologo e professore in aspettativa presso la Seconda Università di Napoli, Calabrò è stato da poco designato rettore del Campus Bio-medico di Roma: una carica, però, incompatibile con quella di parlamentare. Così mercoledì scorso il deputato centrista (già senatore e in passato assessore alla Sanità della regione Campania) ha presentato la lettera di dimissioni dal suo mandato per tornare nel mondo accademico. Spetterà ora alla Camera decidere se accoglierle. Se questo accadrà, il suo seggio spetterà al candidato che segue l’ultimo degli eletti nella circoscrizione campana: Laboccetta, appunto.

L’ex parlamentare del Pdl, 69 anni, già membro della commissione Antimafia, considerato dagli inquirenti uno degli uomini di fiducia di Corallo nella gestione del maxi-riciclaggio che dall’Italia portava all’estero milioni di euro ottenuti con il mancato pagamento delle imposte sul gioco on line, a metà dello scorso dicembre su ordine dei magistrati della Capitale fu fermato a Napoli e portato in carcere a Roma. Poco dopo, il 27 dicembre, fu però rimesso in libertà su ordine del tribunale del Riesame. Ora per Laboccetta potrebbe spalancarsi il portone di Montecitorio (con le conseguenti garanzie assicurate agli eletti): se l’Aula della Camera accoglierà le dimissioni di Calabrò, il subentro sarà automatico. Un colpo di fortuna che non gli riuscì nel 2006, quando pure risultò primo dei non eletti .

In passato Laboccetta fu protagonista di un’altra vicenda politico-giudiziaria insieme, anche in quel caso, a Corallo. Nel 2011, nel corso di una perquisizione della Guardia di finanza nell’abitazione-ufficio in piazza di Spagna dell’imprenditore dei giochi on line, portò via un computer portatile sostendendo che fosse di sua proprietà. Essendo un parlamentare, i militari non poterono sequestrarlo. Venne indagato per favoreggiamento. Nel 2016 fu assolto.

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