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    tassa Airbnb

    «Tassa Airbnb», affitti turistici sotto torchio. Ecco cosa cambia per i proprietari e le agenzie

    Con la conversione in legge della “manovrina” ha preso corpo (anche se manca ancora il provvedimento attuativo dell'agenzia delle Entrate) la discussa “tassa Airbnb” che dovrebbe bloccare l'evasione fiscale immobiliare sugli affitti brevi

    2/5 Quanto si paga

    L'imposta è una cedolare secca del 21%, indipendentemente dal reddito del proprietario o del comodatario. Il proprietario o comodatario deve però operare la scelta per questa cedolare, direttamente nella dichiarazione dei redditi (per quest'anno, quindi, nel 2017). La possibilità esisteva già prima ma la nuova norma l’ha estesa (dal 1° giugno 2017) anche ai corrispettivi lordi percepiti in base a «contratti di sublocazione» o a «contratti a titolo oneroso conclusi dal comodatario» e aventi come oggetto il «godimento dell'immobile a favore di terzi», a patto che rispettino le condizioni previste per essere definiti contratti di «locazione breve». Attenzione: se il proprietario o comodatario non fanno la scelta il ricavato è assoggettato a Irpef e quanto trattenuto dall'eventuale agente immobiliare o portale è considerato «a titolo d'acconto».

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