Nei 111 comuni con più di 15mila abitanti che domenica saranno chiamati al ballottaggio, il centrodestra parte in vantaggio in 47 città. Il centrosinistra ha invece conquistato più voti al primo turno in 38 realtà, mentre i 5 stelle solo a Carrara partono in pole. In tutti gli altri comuni (25), ad aver registrato più consensi lo scorso 11 giugno sono stati candidati di liste civiche. È questa la fotografia con cui dovranno fare i conti cittadini e forze politiche alla vigilia di un secondo turno i cui risultati finali, a pochi mesi dalle elezioni politiche, avranno un impatto anche a livello nazionale.
I comuni già assegnati al primo turno
Oltre ai 111 comuni al ballottaggio, ci sono comunque 49 città con più di 15mila abitanti che già al primo turno hanno avuto un vincitore, in grado di superare il tetto del 50% dei consensi (in Sicilia bastava andare oltre il 40% per vincere al primo turno). Di questi 49 comuni, 22 sono stati espugnati dal centrosinistra, 11 dal centrodestra e 16 da candidati espressioni di liste civiche.
I 12 comuni capoluogo con il centrodestra in vantaggio
Tra i 25 comuni capoluogo di Provincia chiamati al voto in questa tornata amministrativa, Palermo e Cuneo sono stati già conquistati al primo turno dal centrosinistra; Frosinone dal centrodestra. Al ballottaggio di domenica, in base ai voti del primo turno, il centrodestra parte in vantaggio in 12 realtà (di cui 7 provenienti da amministrazioni di centrosinistra): Catanzaro, Piacenza, Gorizia, Rieti, La Spezia, Genova, Como, Asti, Lecce, Oristano, Padova e Verona.
I 6 capoluoghi con il centrosinistra in pole
Il centrosinistra, invece, ha ottenuto al primo turno più voti in 6 città: all’Aquila, Lodi, Monza, Alessandria, Lucca, Pistoia. Tutti centri che già amministrava. A queste città però andrebbe aggiunta Trapani (comune uscente di centrodestra), dopo che il candidato Girolamo Fazio, alla guida di un gruppo di liste civiche, si è ritirato. I candidati delle liste civiche sono in pole a Parma (con l’ex M5S Federico Pizzarotti), Belluno e Taranto (anche se qui la lista civica ha un chiaro marchio di centrodestra).
La “rossa” Sesto San Giovanni
Tra i comuni non capoluogo chiamati al secondo turno ci sono città popolose di primaria importanza. A partire da Sesto San Giovanni, città dell’hinterland milanese, con una tradizione storica di centrosinistra che data dal dopoguerra. Monica Chittò, la sindaca Pd uscente, si è fermata al 31%, mentre il candidato del centrodestra Roberto Di Stefano ha portato a casa il 26,1%. Partita apertissima, visto che a determinare l’esito ci saranno anche i voti di chi al primo turno ha votato per Gianpaolo Caponi (24,2%, sostenuto da Alternativa popolare e “Energie per l’Italia” di Stefano Parisi, l’ex candidato sindaco di Milano di centrodestra) e per il grillino Antonio Foderaro (13,4%).
Il M5S al ballottaggio in 9 città non capoluogo
Prima che il riconteggio di Asti rimettesse in gioco il candidato del M5S, i grillini erano fuori da tutti i ballottaggi nei comuni capoluogo. Ad ogni modo il M5S è in corsa al secondo turno in 9 medie città con più di 15mila abitanti: Carrara, Fabriano, Ardea, Guidonia Montecelio, Canosa, Mottola, Aqui Terme, Santeramo, Scordia. Carrara è l’unica città dove i 5 stelle partono in pole: Francesco De Pasquale ha conquistato il 27,3% al primo turno. Dovrà vedersela con Andrea Zanetti, candidato del centrosinistra che la primo turno si è fermato al 25,3%.
La rincorsa dei 5 stelle nei comuni della cintura romana
M5S in corsa, ma da secondo classificato, anche in due grandi città della cintura romana: Ardea (lo sfidante è un candidato sostenuto da liste civiche di orientamento centrodestra) e Guidonia (lo sfidante è un candidato del centrosinistra). Qui la speranza per i grillini è di riottenere il successo incassato in un’altra grande realtà della provincia romana, Pomezia, conquistata nel 2013 con Fabio Fucci ribaltando l’esito del primo turno.
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