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3/5 Detentori di bond subordinati

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    Banche venete

    Che cosa succede adesso a correntisti e risparmiatori

    E ora, che che succede? È questa la domanda che si pongono decine di migliaia di risparmiatori, correntisti, obbligazionisti e debitori di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il varo del decreto da parte del Consiglio dei Ministri apre di fatto le porte alla liquidazione coatta amministrativa, nell'ambito della cessione delle due banche a Intesa Sanpaolo. Questo esito di fatto mette al sicuro le banche e gli stakeholder più deboli, ovvero correntisti e detentori di bond senior, mentre si prospetta una perdita di valore per azionisti e obbligazionisti junior, che saranno vittime del burden sharing. Attenzione però: per i detentori retail di bond subordinati delle due banche, destinati ad essere azzerati, si prospetta un meccanismo di rimborso dell'80% da parte del Governo, a cui si aggiungerà un 20% di Intesa Sanpaolo. Vediamo nel dettaglio i vari casi.

    3/5 Detentori di bond subordinati

    Azzerati ma rimborsati. Per i detentori retail di bond subordinati, ovvero le obbligazioni più rischiose delle due banche il destino è quello dell'azzeramento a cui però seguirà un rimborso al 100%. È questa l'indicazione arrivata in conferenza stampa dal ministro del Tesoro Padoan, che ha precisato che è previsto un indennizzo al 100% per gli obbligazionisti subordinati retail di entrambe le banche grazie al doppio contributo dello Stato a cui si aggiungerà quello di Intesa Sanpaolo. «Si arriva al 100% in quanto il burden sharing consente un ristoro fino all'80% mentre per il restante si tratta di risorse messe a disposizione di Intesa SanPaolo», ha detto Padoan, che ha aggiunto che avranno accesso al rimborso coloro che hanno avuto un rapporto negoziale diretto con le due banche.

    Attenzione però: il decreto prevede che ai fini del rimborso i bond subordinati devono essere stati acquistati entro il 12 giugno del 2014. Un altro paletto è che i titoli devono essere stati acquistati nell’ambito di un rapporto negoziale diretto con le due banche emittenti. L’articolo 6 del decreto specifica che le misure di ristoro riguardano le persone fisiche, imprenditori individuali, nonchè imprenditori agricoli o coltivatori diretti o il loro successori mortis causa che detengono i titoli alla data dell’avvio della liquidazione.

    Nel dettaglio il retail ha in mano circa 180 milioni di bond subordinati, a cui si aggiunge circa un miliardo in capo agli istituzionali (su cui invece non ci sarà alcun rimborso) per un totale di 1,2 miliardi di bond spalmati su 14 emissioni delle due banche. L'azzeramento del valore dei bond junior (e degli azionisti) è previsto dalle normative europee sui salvataggi bancari in materia di aiuti di stato. Per le norme, lo Stato può intervenire nel capitale delle banche in crisi, ma solo a valle di una condivisione degli oneri - il cosiddetto burden sharing – con azionisti e obbligazionisti subordinati.

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