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Dossier Solo due sindache donna nei 25 capoluoghi

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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    Solo due sindache donna nei 25 capoluoghi

    Raddoppia il numero di sindaci donna nei comuni capoluoghi andati al voto nel turno delle amministrative che si è chiuso ieri. Detta così, questa potrebbe essere una buona notizia per la parità di genere in politica. Il problema, però, è che le prime cittadine uscenti nei 25 centri maggiori erano in realtà una sola: Maria Rita Rossa, Pd, sconfitta al ballottaggio e non rieletta. Ora, a urne chiuse, sono appena due, entrambe del centrodestra: Patrizia Barbieri (Piacenza) e Sara Casanova (Lodi). Un po’ poco per chi, dopo la prima sindaca donna della Capitale (Virginia Raggi, M5S) sperava in uno nuovo corso “rosa”.

    Il risultato dei due turni (11 e 25 giugno) non è sorprendente se si guarda alle premesse. Ai nastri di partenza nei 25 capoluoghi i candidati alla carica di sindaco erano 186; di questi solo 37 erano donne (il 20%). In alcuni casi (Trapani, Lecce, Belluno, Padova) non era possibile votare “rosa” perché aspiranti sindache non ce ne erano proprio. Perciò il “partito degli uomini” vince facilmente contro quello delle donne: se si sommano tutti i voti espressi per i candidati sindaci (1,52 milioni), finisce 87,9% a 12,1%.

    Già il primo turno non aveva lasciato molte possibilità di una sorpresa al femminile. Delle 37 candidate nessuna aveva ottenuto l’elezione al primo colpo e solo in sei erano riuscite a conquistarsi una chance di elezione al ballottaggio. Solo due, alla fine, ce l’hanno fatta ed entrambe sono esponenti del centrodestra che hanno sottratto il capoluogo agli avversari di centrosinistra: una è Patrizia Barbieri, primo sindaco donna di Piacenza eletta direttamente dai cittadini (la democristiana Anna Braghieri fu prima cittadina con il sistema in vigore fino al 1993); l’altra è la leghista Sara Casanova, 40 anni, nuova (e prima) sindaca di Lodi. Va quindi aggiornata la mappa dei Comuni guidati da donne: 1.087. Solo in quattro casi, però, si tratta di centri superiori ai 100mila abitanti: Roma, Torino, Piacenza e Ancona.

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