Il soprannome di “sindaco sceriffo” portato come una medaglia, la fede leghista purissima, la sicurezza come priorità indiscussa. Massimo Bitonci è tutto qui ma a questa tornata elettorale il suo profilo non ha fatto breccia. Aiutato dai voti della sinistra, il candidato Dem Sergio Giordani, ex presidente del Padova Calcio lo ha sfrattato dalla poltrona di sindaco di Padova. Poltrona che, già la sera dell’11 novembre, gli era stata portata via dalla sua stessa maggioranza che si era dimessa dal Consiglio, sfiduciando di fatto il sindaco e portando alla caduta della giunta.
Gli anni da fragoroso sindaco di Cittadella
Ma è a Cittadella, comune della provincia, che Bitonci si è fatto le ossa. È qui che viene eletto sindaco per la prima volta (dopo parecchi anni da vicesindaco) e che, con le sue liste civiche batte al ballottaggio con il 50,9% il candidato della Lega Nord e liste di centrodestra Stefano Svegliado. Un successone, quello di Bitonci. Il sindaco “sceriffo” viene infatti rieletto per il secondo mandato nel 2007 con il 56,5% al primo turno appoggiato dalla Lega Nord (alla quale aveva nel frattempo aderito nel 2005) e da Alleanza Nazionale. È nel novembre del 2007 che Bitonci si afferma alla ribalta della cronaca. Dinanzi all’emergenza sicurezza che impaurisce la gente del Nord Est, emana un’ordinanza che impone ai cittadini stranieri l’obbligo di dimostrare di disporre di un reddito minimo per poter richiedere l’iscrizione anagrafica alle liste dei residenti del comune di Cittadella. Un’ordinanza che poi apre la strada al cosiddetto Decreto sicurezza dell’allora ministro Roberto Maroni. L’ordinanza viene poi da più parti bollata come razzista e discriminatoria, oltre che illegale. E Bitonci viene inquisito dalla magistratura di Padova che tuttavia, successivamente, procede all’archiviazione del fascicolo.
Battuta d’arresto
Dieci anni dopo la sua ascesa, Bitonci si è un po’ impallidito. Questo commercialista di 52 anni continua imperterrito a battere la strada della sicurezza. Sul suo sito, curato e aggiornato, si rivendicano le misure messe a punto con la precedente giunta, tra cui «controllo della residenza per contrasto del sovraffollamento alloggi», «progetto telecamere in tutti i quartieri» e «controlli continuativi a bordo del trasporto pubblico». A suo sostegno era scesa in campo persino la “Bit-Generation”, la generazione dei “Giovani per Bitonci”. Non è bastato.
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