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Banche venete, decreto in Aula. Schaeuble: bene piani di salvataggio

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ok dall’antitrust a intesa

Banche venete, decreto in Aula. Schaeuble: bene piani di salvataggio

In Aula alla Camera la discussione generale sul decreto per il salvataggio delle banche venete, per il quale il governo ha autorizzato oggi il ricorso alla questione di fiducia. La commissione Finanze giovedì scorso ha licenziato il testo dando il mandato al relatore ma senza votare gli emendamenti, nemmeno quello presentato dallo stesso relatore, Giovanni Sanga (Pd). Il percorso che si era ipotizzato nei giorni scorsi era però quello di un ritorno in commissione, una volta completato l'approfondimento sulle modifiche tra le quali l'ampliamento della platea degli obbligazionisti subordinati da rimborsare. Tuttavia in queste ore all'interno del governo starebbe maturando l'idea di non apportare modifiche al testo, e di mettere la fiducia sul provvedimento così come licenziato dal Consiglio dei ministri il 25 giugno.

Se alla fine Governo e maggioranza dovessero optare per non rinviare il testo in commissione domani, l'unica modifica che resterebbe sarebbe l'integrazione
nel provvedimento del decreto che sospende per sei mesi il rimborso dei bond delle banche che hanno chiesto la ricapitalizzazione preventiva. Si tratta, peraltro, dell'unico emendamento approvato dalla commissione Finanze.

Schaeuble: bene piani di salvataggio
Un tema caldo quello della salute e del salvataggio delle banche regionali cui è molto sensibile la Germania. Oggi il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble ha elogiato l'Italia riguardo alle recenti misure di salvataggio prese per alcune banche del Paese. «Penso che in Italia sia andato molto bene. L'Italia è uscita bene da una situazione difficile», ha affermato al suo arrivo a Bruxelles per prendere parte a un incontro dei ministri delle Finanze europei. Schaeuble ha anche definito «gestibili» i rischi legati alle banche in Italia, rilevando che «negli ultimi mesi gli italiani hanno dimostrato di fare bene. Sono fiducioso». Il ministro ha comunque deplorato le differenze esistenti tra le diverse legislazioni nazionali sui fallimenti bancari e le regole europee. «Bisogna discutere in modo da cambiarle in futuro. I nostri strumenti sono sufficienti? Sono giusti? Che cosa possiamo fare di più?» ha sottolineato.

Moscovici: finita incertezza su settore
La decisione sulle banche venete «ha messo fine all’incertezza che pesa sul settore bancario e sull'economia italiani, ed è una buona notizia», ha detto il
commissario agli affari economici Pierre Moscovici al termine dell'Eurogruppo. Moscovici ha aggiunto che «positivo» è anche il fatto che con questa operazione l’Italia si è liberata di una larga parte dei crediti deteriorati e che le decisioni prese «seguendo le regole dell'Unione bancaria» dimostrano che le norme sono «intelligenti e ed efficaci», perché «hanno salvaguardato la stabilità finanziaria evitando conseguenze negative su alcune regioni».

Dijsselbloem: decisioni prese in linea con quadro legale Ue
Positivo anche il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che al termine della riunione ha dichiarati: «Accogliamo positivamente le informazioni delle istituzioni Ue sulle decisioni che hanno preso sulle banche venete relativamente alla loro conformità e del pieno rispetto del quadro legale europeo. Tutte le decisioni sulle banche di questi ultimi mesi “sono state prese nel pieno rispetto delle regole Ue per dei casi recenti casi hanno fatto emergere alcune questioni e c'è margine per migliorare la situazione».

Baretta: avremmo preferito stesso percorso Mps
Intanto il Governo rivendica le scelte fatte. In sede di replica in Aula, al termine della discussione generale, il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha difeso la scelta del governo di optare per la 'liquidazione ordinata', con il sostegno dello Stato e l'intervento di Banca Intesa. «Alcuni operatori - ha ricordato - hanno risposto in modo parziale e solo Intesa San Paolo ha dato una risposta completa» per il salvataggio dei due istituti «e su questa abbiamo lavorato secondo alcuni parametri: il primo era che non si chiudessero gli sportelli. Il secondo che non ci fossero situazioni traumatiche per clienti e dipendenti. Il terzo che si riducesse al minimo l'impatto per i risparmiatori. Parliamo di decine di migliaia di soldi depositati».
«Abbiamo scelto - ha concluso - di non accettare una conclusione drammatica che avrebbe avuto ripercussioni dirompenti su un territorio così importante» come il Veneto.

«Noi avremmo preferito la strada della ricapitalizzazione precauzionale adottata per Mps» ha ribadito Baretta in Aula alla Camera. Quel percorso « è considerato per il governo la strada più convincente perché è quella che consente un intervento diretto sulla gestione, un cambiamento di approccio, il massimo della tutela possibile nella legislazione data e consente di arrivare poi a rimettere nel mercato le banche una volta risanate con uno sforzo pubblico ben finalizzato e ben chiaro nell'assunzione della responsabilità». Ma «l'incombenza della dichiarazione di fallimento la sentivamo aumentare di ora in ora e ci siamo
dovuti attrezzare per una soluzione rapida» che ha visto come sola proposta “completa” quella di Intesa. Così, ha ribadito, si è comunque evitato il bail-in che nel caso delle due venete «avrebbe avuto un effetto irrispettoso di un percorso che noi stessi consideriamo anomalo o di mala gestio».

Sindaco Vicenza, cambiare Dl per tutelare soci-risparmiatori
Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, in una lettera inviata al presidente del consiglio dei ministri, ai presidenti di Camera e Senato, ai presidenti dei Gruppi parlamentari, al segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, e al relatore, Giovanni Sanga chiede di cambiare il decreto per tutelare gli azionisti-risparmiatori. «Il Decreto, cosi' come proposto dal Governo, per gli azionisti-risparmiatori non prevede nulla. Anzi, ha l'effetto di una pietra tombale su qualsiasi concreta speranza di risarcimento per la truffa subita» ricorda Variati.

Via libera Antitrust ad acquisizione da parte di Intesa
L'Autorità Garante per la Concorrenza e il mercato ha dato il via libera a Intesa Sanpaolo per l'acquisizione degli attivi e rami di azienda di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Come si legge nell'ultimo bollettino l'Antitrust ha deciso «di non avviare l'istruttoria». Tenuto conto della «comprovata mancanza di interesse all'acquisizione dei rami di impresa in oggetto da parte di altri operatori di mercato non si ritiene che la concentrazione in esame sia idonea a pregiudicare l'assetto concorrenziale» nei mercati ha spiegato l'Autorità.

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