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Partite Iva, affitti e dichiarazioni: semplificazioni fiscali a rilento

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il rapporto con i contribuenti

Partite Iva, affitti e dichiarazioni: semplificazioni fiscali a rilento

Olycom
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Doveva essere l’anno delle semplificazioni fiscali, del taglio degli obblighi e della riduzione dell’invio dei dati all’amministrazione finanziaria. Scavallata ormai la metà del 2017, rischia invece di essere l’anno del boom di richieste di informazioni a contribuenti, imprese e professionisti che li assistono. Pur prendendo atto che sono state eliminate tutta una serie di comunicazioni che nei fatti finivano per duplicare la trasmissione di dati già in possesso del Fisco, i documenti che fino ad oggi hanno fatto la spola tra gli studi professionali e i server della Sogei passando per le autostrade telematiche di Entratel e FiscOnline sono già a quota 130 milioni.

Pochi o tanti? Sommando i due canali di invio (uno professionale e l’altro «fai-da-te» per i cittadini) nel 2016 il materiale spedito al Fisco è sostanzialmente nella media di 177 milioni di documenti. Se solo fosse confermato il ritmo sostenuto nei primi 194 giorni del 2017 (vanno anche contati i sabati e i festivi perché i canali telematici restano comunque “aperti”) da qui a fine anno - escludendo solo il mese di agosto per via della moratoria estiva - si potrebbe addirittura oltrepassare l’asticella dei 200 milioni di documenti. Un obiettivo che potrebbe anche concretizzarsi considerando che ad oggi all’appello mancano, ad esempio, le trasmissioni di tutte le dichiarazioni dei redditi (persone fisiche, società di capitali, società di persone, enti non commerciali, 770, Irap) così come tutti gli appuntamenti con le nuove comunicazioni Iva.

Senza dimenticare che ad oggi il gap sugli F24 è di 26 milioni ma il conto è destinato giocoforza a salire. Già a fine mese, quando scadranno i versamenti per gli acconti d’imposta con la maggiorazione dello 0,40%: una scadenza praticamente obbligata, ad esempio, per i 3,4 milioni di partite Iva soggette agli studi di settore che solo ieri hanno ricevuto i chiarimenti operativi dell’agenzia delle Entrate (si veda pagina 31).

Ma il vero discrimine rispetto al 2016 rischia di segnarlo la voce «Iva». Sono già allo stato attuale quasi 3,9 milioni in più i documenti trasmessi. Un po’ perché quest’anno è stato anticipato il termine per la presentazione della dichiarazione (28 febbraio) e così è stata eliminata anche la comunicazione annuale dei dati per l’imposta sul valore aggiunto. Un po’ perché le nuove comunicazioni introdotte dal decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017 - con l’obiettivo dichiarato di drenare almeno 3 miliardi dalla lotta all’evasione - moltiplicheranno decisamente gli invii ai database dell’amministrazione finanziaria. Per ora c’è stato un solo appuntamento (il 12 giugno con il primo invio dei dati sulle liquidazioni del primo trimestre) ma nei prossimi mesi arriveranno a scadenza altri due termini per le liquidazioni e una per le fatture (solo per il 2017 l’obbligo è semestrale per poi diventare trimestrale anch’esso dal 2018).

Certo, si potrebbe obiettare che la telematica ha reso più semplice la gestione degli adempimenti ma che nel loro insieme restano forse ancora troppi. E ad ogni proposta di eliminazione viene poi invocata una “giusta causa” da una parte o dall’altra per riesumare o recuperae l’adempimento. È quanto accade con il modello 770, su cui annualmente si accumulano le richieste di proroga di associazioni e intermediari (si veda il servizio in basso), e che potrebbbe essere sostituito con i 73 milioni di documenti inviati come Certificazioni uniche (quelli che una volta si chiamavano «Cud»). C’è stato anche il caso dei modelli Intrast la cui abolizione, nei fatti, ha prodotto al contrario una complicazione finendo per spingere gli stessi intermediari a un ripristino dell’adempimento.

Infine va ricordato che la madre di tutte le semplificazioni fiscali degli ultimi tre anni è la dichiarazione precompilata. Un successo per molti, ve riconosciuto, soprattutto per i 30 milioni di contribuenti che potenzialmente ne possono usufruire,ma questo solo grazie a milioni di soggetti obbligati a inviare al fisco i dati necessari per predisporre i modelli 730 e Redditi. Difficile dire allora quale possa essere il punto di equilibro tra chi beneficia delle semplificazioni e chi invece si ritrova annualmente con più oneri.

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