Proroga al 30 settembre del termine di presentazione del modello 770, in scadenza il prossimo 31 luglio. Allineamento al 16 ottobre 2017 della presentazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap anche per i soggetti che non adottano i nuovi principi contabili nazionali (per i quali il termine è stato già posticipato a metà ottobre). Differimento al 31 ottobre 2017 dell’invio delle comunicazioni dei dati delle fatture emesse e ricevute relative al primo semestre 2017. Sono le tre richieste irrinunciabili, o quasi, avanzate ieri dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili al viceministro all’Economia, Luigi Casero. E dal Mef una prima apertura sarebbe arrivata, soprattutto per lo spostamento in avanti del 770 (al 2 ottobre visto che il 30 settembre cade di sabato) e di tutti i modelli Redditi.
La necessità di rivedere il calendario e soprattutto gli adempimenti diventa una priorità. In una lettera inviata al viceministro e al neodirettore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, il Consiglio nazionale dei commercialisti, oltre a sottolineare i risparmi di spesa realizzati con la digitalizzazione del sistema stimati in circa 2 miliardi di euro, evidenzia come la situazione del Fisco italiano sia però divenuta insostenibile. «Una stagione non facile in cui al moltiplicarsi e aggravarsi degli adempimenti a carico dei contribuenti - spiega la lettera firmata dal presidente Massimo Miani - si aggiunge il clima di permanente incertezza e di instabilità normativa».
Gli esempi non mancano e sono tutti molto recenti, ma soprattutto introdotti in corso d’anno cambiando le regole del gioco. Tra quelli evidenziati dai commercialisti ci sono l’Ace con l’obbligo del ricalcolo degli acconti e l’estensione dello split payment a partire dal 1° luglio. Occorre poi ricordare che sulla rideterminazione degli acconti in riferimento all’aiuto alla crescita economica gli stessi contribuenti e le imprese sono ancora in attesa del decreto attuativo. Anche per questo dai commercialisti è arrivata la richiesta di autorizzare il versamento del primo acconto Ires 2017 entro il 31 luglio (anche in questo caso il 30 cade di domenica) senza applicare la maggiorazione dello 0,40 per cento.
Nella revisione, come anticipato, priorità anche allo spostamento del termine per l’invio del 770. A motivare il differimento, sempre secondo i commercialisti, l’ingorgo di scadenze fiscali concentrate tra giugno e luglio: versamenti di imposte e contributi, adeguamenti agli studi di settore, trasmissione telematica dei modelli 730 precompilati e non, presentazione elenchi Intrastat relativi ai mesi di maggio e giugno e al secondo trimestre 2017, lavorazione degli avvisi bonari e delle lettere per la compliance recapitate in questi giorni.
Tra i nuovi adempimenti a destare maggiore preoccupazione sono sempre le nuove comunicazioni dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute. Il termine è, attualmente, fissato al 18 settembre ma l’istanza che arriva dalla categoria è di poter gestire il primo invio con un maggior margine temporale spostando la scadenza al 31 ottobre. E a rafforzare la necessità avvertita dagli operatori di un differimento sono arrivate le richieste anche dalle associazioni di categoria, in particolare da Rete imprese Italia.
Lo spostamento in avanti di questi termini sarebbe comunque l’ennesimo intervento tampone per gestire l’emergenza da adempimenti che si è verificata puntualemnte anche nel 2017. Per questo nel lungo pacchetto di proposte lasciate nelle mani del viceministro c’è anche quella che i termini di presentazione di dichiarazioni e comunicazioni così come quelli di versamento non possano scadere prima di 90 giorni dalla messa a disposizione sul sito internet delle entrate di tutto quanto necessario (specifiche tecniche, diagnostici e applicativi) per l’effettuazione degli adempimenti con modalità telematiche. In alternativa dovrebbe essere previsto un differimento automatico in caso di ritardo nella diffusione di chiarimenti, provvedimenti attuativi o specifiche tecniche per i software: sempre nell’ottica di assicurare ai contribuenti i 90 giorni per poter far fronte agli adempimenti tributari. E al di là degli adempimenti c’è tra le richieste avanzate anche quella di sopprimere l’eliminazione dell’obbligo di stampa dei registri Iva e di trovare una soluzione alla questione (finora) irrisolta del riporto delle perdite per le imprese in contabilità semplificata che eserciteranno l’opzione per l’Iri: la flat tax per le piccole imprese con aliquota al 24% allineata all’Ires sulle società di capitali.
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