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Su ius soli mina Ap, su testi economici Mdp

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Su ius soli mina Ap, su testi economici Mdp

  • –Mariolina Sesto

roma

Da un lato la mina Mdp, dall’altro quella dei centristi. In mezzo una maggioranza che rischia di perdere pezzi (e voti indispensabili) al Senato. È così che ogni provvedimento, quando arriva nell’aula di Palazzo Madama, va valutato attentamente dai vertici dei gruppi di maggioranza sotto il profilo della “tenuta numerica”. L’ordine del giorno delle prossime settimane è, da questo punto di vista, una corsa a ostacoli: se sullo ius soli la maggioranza può contare sui voti di Mdp (che anzi caldeggiano questo provvedimento chiedendo una svolta a sinistra a Gentiloni), sullo stesso provvedimento rischia di lasciare sul terreno buona parte del gruppo centrista di Ap. Il contrario accade sui provvedimenti economici: qui è Mdp a puntare i piedi, mentre i voti dei centristi sono al sicuro. Un esempio è il decreto banche che sarà esaminato dal Senato tra la prossima settimana e la successiva. Mdp alla Camera ha votato la fiducia ma non il provvedimento. Cosa farà a Palazzo Madama dove fiducia e testo si votano con un unico scrutinio? Si dice che in quel caso i cosiddetti scissionisti manterranno la fedeltà al governo ma certo non mancheranno mugugni e critiche. E cosa farà sul Ddl concorrenza, anch’esso in arrivo dalla Camera per l’approvazione finale?

La maggioranza, quando può contare sulla presenza di tutti i suoi sostenitori, incassa circa 169 voti: 158 dai gruppi che la sostengono ufficialmente (Pd, Mdp, Ap e Autonomie) più 4 senatori di Gal e almeno 7 del Misto (che possono arrivare a 12). Su alcuni provvedimenti si è registrata anche la convergenza dei verdiniani di Ala. Ma se Mdp si sfila, ecco che la quota di favorevoli si assottiglia a 153 e senza i centristi di Ap si arriva a 144. Ben al di sotto dei 161 che costituiscono la maggioranza assoluta. È vero che la maggioranza dipende di volta in volta dai presenti in Aula e quindi quasi mai è necessario avere quel minimo di 161 senatori, ma certo quando si scende, come è accaduto sul codice antimafia a 129 favorevoli, oltre 30 in meno, la questione diventa degna di nota. Anche perché prima o poi può scappare l’incidente.

Incidente che molti vedono possibile sullo ius soli perché, oltre alla contrarietà di Ap, si registra il muro delle opposizioni che potrebbero non intervenire (come a volte fa Fi) con assenze strategiche per far abbassare il quorum di voti richiesti. È per questo che in Senato si è messa in moto una strategia che punta “silenziosamente” a spostare sempre più in là l’esame dello ius soli, in modo che - di rinvio in rinvio - finisca sul binario morto. A questo “disegno” sembra rispondere anche l’allungamento dei tempi di discussione del decreto vaccini su cui si registra l’ennesimo paracadute sulla maggioranza aperto da Fi: ieri ha votato contro l’opposizione che chiedeva di stoppare l’esame del testo.

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