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Renzi: rimesso in moto l’Italia, ritorno a Maastricht per correre

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botta e risposta con monti

Renzi: rimesso in moto l’Italia, ritorno a Maastricht per correre

Ieri la sorpresa dello scenario in positivo di Bankitalia. «Se tutti i giornali oggi scrivono che i dati economici sono migliori delle (loro) previsioni è perché la strategia di crescita e di riforme che abbiamo fatto durante i #MilleGiorni sta dando i primi frutti. Ma proprio per questo la proposta di tornare a Maastricht che ho illustrato in Avanti e su cui discuteremo nei prossimi mesi è fondamentale per creare benessere e posti di lavoro nei prossimi anni. Il futuro si decide adesso». Torna su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi per rilanciare la sua strategia di revisione degli accordi in sede europea. «I dati dicono che le scelte su tasse e lavoro hanno rimesso in moto l'Italia: adesso si tratta di farla correre. E mi sembra evidente: servono strategie pro crescita, non austerity».

«Nessuno può smentire ricostruzione del passato»
«Avanti sta facendo discutere e questo mi fa piacere: era il mio obiettivo. In tanti mi state scrivendo i vostri commenti, grazie! Accanto alla ricostruzione dei fatti del passato che nessuno può smentire e accanto alle emozioni umane che ho condiviso scrivendo a cuore aperto, c'è un punto che voglio sottolineare. I dati dicono che le scelte su tasse e lavoro hanno rimesso in moto l'Italia», scrive il segretario dem parlando del suo libro al centro di numerose discussioni negli ultimi giorni in coincidenza con le anticipazioni offerte alla stampa.

Per Mario Monti «Matteo ormai è un disco rotto»
Dopo la polemica con Enrico Letta oggi è Mario Monti a mettere nel mirino il leader del Pd. In un'intervista al Corriere della sera il senatore a vita dice che «dibattere con il presidente Matteo Renzi è, purtroppo, impossibile. Le argomentazioni degli altri - sostiene Monti - non gli interessano. Come un disco rotto, ormai ripete senza fine i suoi slogan e le sue accuse. Il rumore e la rissosità crescono esponenzialmente. L'impatto, in Italia e all'estero, tende asintoticamente a zero». Pronta la replica di Renzi sempre via Facebook. «La cultura dell'austerity ha visto aumentare il numero di famiglie in povertà, un Pil negativo e crescere diseguaglianze. E paradossalmente in quegli anni il rapporto debito Pil è peggiorato perché senza crescita il debito sale, sempre».

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Botta e risposta su deficit e flessibilità
La proposta di deficit al 2,9%? Monti non può essere più netto. «Confido che non venga fatta propria dal governo. Appartiene al genere delle improvvisazioni in cui l'annuncio precede la riflessione, come fu la strategia fiscale del governo Renzi, annunciata ad un'assemblea Pd a Milano senza che neanche il ministro dell'Economia - scommetto, e spero per lui - ne sapesse nulla» dichiara il presidente della Bocconi secondo cui bisogna far evolvere il patto di stabilità introducendo uno spazio legittimo per veri investimenti pubblici. «Una volta fatto questo si può puntare verso il pareggio. Creare uno spazio indiscriminato del 2,9%, dichiaratamente per ridurre le tasse in disavanzo mi sembra una recidiva senza senso». Per replicare all'attacco dell'ex premier Monti, Renzi pubblica degli estratti del suo libro su Instagram. «Quando Mario Monti o Enrico Letta dicono “Renzi ha avuto più flessibilità di noi”, dicono il giusto. Perché noi la flessibilità ce la siamo presa, conquistata con sudore, fatica e voti. Ma questo non significa che noi abbiamo avuto più margini di bilancio, anzi: è vero il contrario. Com'è possibile? Monti approva il fiscal compact, il patto di bilancio europeo, nel 2012. Solo che, sorpresa!, quelle regole draconiane non valgono per lui, ma solo per i suoi successori, perché le norme entreranno in vigore dal 2015, non subito».

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