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5/7 Cure fuori dall'ospedale/ L'esperienza dei cittadini: servono…

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    Sanità sul territorio, un caos in cerca di regole certe


    Servizi disomogenei, cure domiciliari non per tutti e a rischio sotto il profilo della qualità e quantità. Con pazienti e famiglie costretti a farsi carico dell'assistenza e dei costi. Il Rapporto di Cittadinanzattiva presentato questa mattina a Roma passa al setaccio i servizi assistenziali fuori dall'ospedale, la grande e caotica galassia delle cure primarie, un tema diventato sempre più centrale per affrontare la sfida dell'invecchiamento della popolazione, strettamente correlato all'aumento delle patologie croniche e alla necessità di curare più patologie contemporaneamente. Servono quindi nuovi modelli e soprattutto attenzione politica e criteri certi e uniformi per tutto il territorio nazionale. “Il processo di riorganizzazione dell'assistenza territoriale avviato a macchia di leopardo – si legge nel Rapporto di Cittadinanzattiva - paga fortemente il fatto di non aver visto varare gli standard dell'assistenza territoriale come invece accaduto per l'ospedale e che avrebbero rappresentato una risposta efficace alla disomogeneità tra le Regioni, risparmiando evidenti disuguaglianze tra cittadini”.

    5/7 Cure fuori dall'ospedale/ L'esperienza dei cittadini: servono più Oss

    Gli operatori sanitari sono descritti dai pazienti intervistati molto disponibili e gentili nel 51,5% e sono considerati chiari nelle loro comunicazioni nel 46,3%. Esiste una certa rotazione tra i sanitari che si recano al domicilio: 2 persone su cinque vivono questi cambi di personale con un certo disagio. Tra le figure sulle quali i cittadini vorrebbero poter contare, ma che non sono presenti nelle cure domiciliari ricevute, spicca l'Operatore Socio Sanitario con il 31,5%, seguito dal medico specialista con il 25% e dallo psicologo con il 22,8%. Poco conosciuti (0,86%) i terapisti occupazionali. Più di un paziente su cinque ritiene che l'assistenza domiciliare potrebbe essere migliorata con un maggiore coinvolgimento nella definizione del piano di assistenza (23,5%), con una facilità di accesso al servizio (23,3%) e la possibilità di scegliere da chi farsi curare/seguire (22,5%). Fari puntati sulla fisioterapia: a grande richiesta sarebbe necessario inoltre aumentare i minuti dedicati alla fisioterapia e migliorare il grado di tempestività nell'attivazione del servizio (1 cittadino su 5 ha atteso oltre 10 giorni e circa il 14% ha incontrato criticità nell'attivazione).

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