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3/7 Cure fuori dall'ospedale/ Un paziente su tre non segue le prescrizioni

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    Sanità sul territorio, un caos in cerca di regole certe


    Servizi disomogenei, cure domiciliari non per tutti e a rischio sotto il profilo della qualità e quantità. Con pazienti e famiglie costretti a farsi carico dell'assistenza e dei costi. Il Rapporto di Cittadinanzattiva presentato questa mattina a Roma passa al setaccio i servizi assistenziali fuori dall'ospedale, la grande e caotica galassia delle cure primarie, un tema diventato sempre più centrale per affrontare la sfida dell'invecchiamento della popolazione, strettamente correlato all'aumento delle patologie croniche e alla necessità di curare più patologie contemporaneamente. Servono quindi nuovi modelli e soprattutto attenzione politica e criteri certi e uniformi per tutto il territorio nazionale. “Il processo di riorganizzazione dell'assistenza territoriale avviato a macchia di leopardo – si legge nel Rapporto di Cittadinanzattiva - paga fortemente il fatto di non aver visto varare gli standard dell'assistenza territoriale come invece accaduto per l'ospedale e che avrebbero rappresentato una risposta efficace alla disomogeneità tra le Regioni, risparmiando evidenti disuguaglianze tra cittadini”.

    3/7 Cure fuori dall'ospedale/ Un paziente su tre non segue le prescrizioni

    Rispetto alla terapia prescritta da assumere, al 38,24% dei pazienti è capitato di non seguire le prescrizioni ricevute dal medico e Il 33,82% dichiara inoltre di aver rilevato qualche difficoltà a seguire la propria terapia farmacologica. Questo nonostante la qualità delle informazioni ricevute, quando il professionista illustrava la cura, sia stata giudicata molto buona nel 14,71% dei casi, buona nel 38,24%, discreta nel 29,41%, scarsa nel 13,24 % e molto scarsa nel 4,41%. In ogni caso, il medico o lo specialista rilasciano nel 70,59% delle situazioni un promemoria scritto che elenca i farmaci con le indicazioni sulle modalità e tempi di assunzione. Tra le ipotesi che potrebbero contribuire a migliorare l'aderenza alle terapie, il 43.08%, ovvero quasi la metà degli intervistati, mette al primo posto la “disponibilità di avere figure dedicate di riferimento presso la struttura/reparto/servizio”. Il 27,69% dei pazienti domanda inoltre di adattare la terapia in accordo alle loro esigenze, di avere un numero minore di farmaci da assumere e una terapia più breve e capace di mostrare miglioramenti in poco tempo (26.15%).

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