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Pensioni, ritocchi Ape: verso interventi su anni di contribuzione e…

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Pensioni, ritocchi Ape: verso interventi su anni di contribuzione e donne

Dopo il pieno di richieste arrivate all’Inps si ragiona su possibili ritocchi all’Ape social, che consente l’uscita anticipata a 63 anni per chi è disoccupato, assiste malati gravi o svolge lavori gravosi, dall'infermiere alla maestra d'asilo. Una sorta di “tagliando” alla misura introdotta con la legge di Bilancio dello scorso anno.

Sul tavolo convocato al ministero del Lavoro per giovedì prossimo, 27 luglio, potrebbero anche arrivare interventi per agevolare le donne: in particolare si lavora per ridurre gli anni di contribuzione per le lavoratrici che vogliono accedere all’Ape social (potrebbero essere 3 in meno). Ma l’Ape potrebbe anche essere la strada per riconoscere altri bonus, per esempio sull'età che rischia di alzarsi a 67 anni dal 2019.

Le platee che rientrano nell’Ape potrebbero anche essere un po’ allargate e, per quanto riguarda i lavori gravosi, avere “sconti” sull’adeguamento dell’età d’uscita. Si va verso un rafforzamento dell’Ape che potrebbe essere resa strutturale dopo il biennio di sperimentazione che terminerà nel 2018.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha invitato all’incontro i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Un incontro, si legge in una nota, che è finalizzato a fare il punto, prima della pausa estiva, sullo stato di avanzamento del confronto in materia di politiche del lavoro e previdenziali.

Il 27 luglio si discuterà anche di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro nelle aree di crisi. Si tratta di studiare delle tutele, puntando anche sulla formazione. Sul tavolo non mancherà la cosiddetta “pensione di garanzia per i giovani”, come ricorda il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, che però insiste «per bloccare l'assurdo innalzamento automatico dell'età pensionabile». E aggiunge: «se non riusciremo a ottenere i risultati auspicati, non è da escludere un percorso di mobilitazione».

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