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Sud in risalita ma servono investimenti

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Sud in risalita ma servono investimenti

  • –Nicoletta Picchio

ROMA

Il Mezzogiorno continua a risalire, trainato dalle imprese. Il Pil è cresciuto nel 2016 dello 0,9%, dopo il +1% del 2015: una crescita moderata che dovrebbe continuare anche nella prima parte del 2017. È l’industria in senso stretto che spinge questo andamento: il valore aggiunto è salito nel 2016 del 3,4%, oltre 2 punti in più della media italiana, secondo i dati del Check up Mezzogiorno messo a punto da Confindustria e Srm.

«Emerge l’importanza della questione industriale», da considerare come «grande questione nazionale», ha commentato Vincenzo Boccia. Ma a fronte di questa risalita resta alta la disoccupazione, 21 per cento. L’occupazione cresce rispetto ad un anno fa, +1%, ma il ritmo è più lento e resta elevatissima la disoccupazione giovanile: 56,3%, il doppio rispetto al Centro Nord. I giovani che non studiano e non lavorano sono 1 milione e 800mila al Sud, più di metà del dato nazionale.

«È una criticità del paese che nel Sud diventa un potenziale detonatore della società del futuro», è stato l’allarme del presidente di Confindustria. «Non possiamo parlare di giovani senza fare niente, basta con le chiacchiere servono i fatti. Si è arrivati al paradosso di pensare alle pensioni dei giovani che non hanno lavoro. È un’anomalia, dire che gli diamo la pensione è offensivo», ha continuato Boccia, che ha rilanciato un «patto di equità generazionale» e un «grande piano di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro» con la proposta di azzerare il cuneo fiscale per tre anni per i giovani assunti a tempo indeterminato. «Costerebbe un terzo del progetto pensioni di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni», ha continuato Boccia, sottolineando che con il taglio del cuneo «si migliora la competitività delle imprese, si aumenta l’occupazione, si attiva la domanda, perchè si dà un progetto di vita ai giovani, con un grande effetto psicologico di fiducia».

È l’impresa il motore della crescita, come dimostrano i dati presentati ieri, in una conferenza stampa tenuta da Boccia, da Stefan Pan, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione territoriale, Natale Mazzuca, vice presidente di questo Consiglio e presidente del Comitato tecnico coesione territoriale, Massimo De Andreis, direttore Srm (centro studi di Intesa San Paolo) e Alfredo Mariotti, direttore Ucimu. «Dopo un periodo di resilienza le aziende stanno facendo una grande azione di ripresa», ha detto Mazzuca che insieme a Pan ha illustrato alcuni temi della ricerca. Si rafforza la natalità delle imprese: quelle attive nei primi tre mesi dell’anno crescono di 8mila unità (+0,5%): prosegue l’aumento delle società di capitali (+16mila nel primo trimestre 2017) ad un ritmo doppio rispetto al Centro-Nord. Per le start-up innovative la crescita è del 29,1%. Aumenta il fatturato delle imprese, anche delle piccole per la prima volta da inizio crisi (+0,6%). Segnali positivi dall’export: +12,7%nel primi tre mesi 2017, pari a 10,3 miliardi nel Sud, più della media nazionale (+9,7%). Superiore alle attese è l’andamento del settore dei macchinari, cui il Check up ha dedicato un approfondimento: la crescita dei ricavi è stata del +7,3%, il doppio rispetto alla media nazionale (+3,4). All’interno del settore dati ancora più lusinghieri arrivano dalle macchine utensili, come dimostrano i dati Ucimu.

La sfida è rafforzare ed ampliare questo trend, favorendo gli investimenti il cui livello è ancora troppo basso: sono calati di quasi il 44% dal 2008 ad oggi, del 37% nel manifatturiero. Bisogna andare avanti con le azioni avviate, hanno sottolineato i vertici di Confindustria. «Prorogare gli iperammortamenti, rilanciare gli investimenti pubblici, risolvere la questione degli energivori», ha incalzato Boccia, sottolineando che non c’è dicotomia tra imprese e famiglie. Per sostenere la ripresa «occorrono strumenti selettivi», come il credito di imposta: «È un acceleratore, non è discrezionale, premia gli investimenti e ha una dimensione etica perché funziona per chi paga le tasse». E Boccia ha aggiunto: «Non abbiamo recuperato rispetto ai dati pre crisi. Abbiamo svoltato in positivo, ma siamo ancora in una fase di transizione. Ho la sensazione che siamo alla ricreazione, invece non ci dobbiamo rilassare, non ci sono tesoretti da dividere. Dobbiamo scambiare sacrifici e impegno di questo presente per il futuro del paese».

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