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Mattarella ad Amatrice: ricostruire più velocemente

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Mattarella ad Amatrice: ricostruire più velocemente

Ieri per la settima volta da quel 24 agosto 2016, giorno del terribile terremoto che sconvolse il centro-Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita nei luoghi del cratere del sisma.

Tra venti giorni sarà il primo anniversario di quel tragico evento e, mentre mille polemiche imperversano (dalla rimozione delle macerie alla ricostruzione delle scuole) e gli allarmi si moltiplicano, il capo dello Stato ha voluto dare un segnale chiaro ai cittadini sulla sua presenza e la sua attenta vigilanza sui lavori che devono portare alla rinascita dei borghi.

Il presidente arriva di buon’ora nelle zone tra il Lazio e le Marche e fa tappa in quattro delle città colpite: Arquata del Tronto,Pescara del Tronto, Accumoli ed Amatrice. «Sono stati fatti passi avanti incoraggianti - ci tiene a dire Mattarella -, ma naturalmente non cancellano per niente quello che occorre, quello che manca e le lacune che ci sono. Ci sono tanti altri passi da fare con velocità». E a chi chiede un impegno per far ripartire scuole e attività produttive, risponde: «Lavoro e scuola sono fondamenti della società. Sono stati fatti passi avanti incoraggianti, ma tanti altri sono da fare».

Il presidente non si sottrae anche quando i cittadini mettono al centro i ritardi nella rimozione delle macerie. «Sono state rimosse le macerie pubbliche, perché è più facile e non è necessario il consenso dei privati - spiega Mattarella - ora, qui nel Lazio, si è fatto un grande affidamento con importanti fondi per togliere tutte le macerie e quindi in una prospettiva a breve questo si farà». Si tratta, ha concluso, «di un altro passo, ma poi occorre la ricostruzione che è il vero passo importante». Infine un monito per le istituzioni e una promessa per gli sfollati: «Non vi lasceremo soli, saremo sempre al vostro fianco».

Il capo dello Stato stringe mani, rassicura la gente nelle nuove casette, ascolta le loro preoccupazioni. «La nostra vita è stata segnata per sempre un anno fa - gli scrivono in una lettera i cittadini di Pescara del Tronto -. Le casette provvisorie possono essere accettabili ma solo per tempi brevi. Non vogliamo arrenderci all’idea di esser “stati sistemati” a vita e chiediamo certezze sull’effettiva durata dell’attuale situazione». E «certezza» è la parola che risuona anche ad Accumoli e ad Amatrice, dove la gente chiede e pretende un futuro diverso da una casetta in mezzo al nulla. «La notte del terremoto ho perso mio marito - dice al capo dello Stato una vedova di Amatrice - le chiedo di non dimenticarci». Mattarella promette che sarà così, che lo Stato non abbandonerà questa gente: «Non è la mia prima visita e non sarà certo l’ultima. Vi saremo sempre vicini» assicura. Ma il presidente è consapevole che è altissimo il rischio che il provvisorio diventi stabile e che le buone intenzioni restino tali, cancellate dai problemi, dalla burocrazia, dall’inefficienza. Così al termine della visita ad Amatrice si ferma con i cronisti e va dritto al punto della questione. Non è vero che non si è fatto nulla, premette. «Sono stati fatti passi avanti incoraggianti. La nuova area “Food” di Amatrice, le scuole, le casette e la ripartenza delle attività produttive rappresentano dei passi avanti importanti». Ma tutto ciò non basta, bisogna accelerare.

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