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Tesoro di liquidità da mille miliardi nelle aziende Ue. La top ten…

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I BILANCI DELLE QUOTATE

Tesoro di liquidità da mille miliardi nelle aziende Ue. La top ten delle società più ricche di cash

C’è un tesoro di liquidità nelle casse delle società quotate non finanziarie dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Dal calcolo fatto dagli analisti di Moody’s sui bilanci 2016 risulta un totale di 974 miliardi di euro, il grosso dei quali fa riferimento a società quotate in Europa. Rispetto al 2015 la crescita è stata del 6 per cento. Dal 2010 c’è stato un aumento del 22 per cento. La quota di liquidità nelle casse delle società quotate oggi è pari al 15% del loro fatturato. Il rapporto tra liquidità a disposizione e ricavi è ai massimi da sette anni.

LA CRESCITA DELLA LIQUIDITÀ
In % dei ricavi (Fonte: Moody’s Investors Service)

Le ragioni del boom
La crescita della liquidità delle società quotate è frutto di una serie di fattori. In primo luogo della crescita dei flussi di cassa per effetto di un miglioramento del quadro economico generale in Europa e nel resto del mondo. C’è poi da considerare il contesto estremamente favorevole del mercato dei capitali. Le politiche ultraespansive attuate in questi anni dalle banche centrali in tutto il mondo hanno reso incredibilmente conveniente indebitarsi e le società quotate ne hanno approfittato rifinanziandosi sui mercati a costi irrisori. C’è infine un terzo fattore, non altrettanto positivo: la minor propensione agli investimenti. Anche se pare che quest’anno le cose stiano gradualmente migliorando (gli analisti di Citigroup stimano una crescita del 3% degli investimenti) è un fatto acclarato che, dalla grande crisi finanziaria del 2008 in poi, le grandi società quotate abbiano ridotto costantemente la voce Capex (la quota di capitale destinata agli investimenti) preferendo destinare una quota maggiore delle loro risorse a dividendi e piani di riacquisto di azioni proprie (buyback). Buoni per gonfiare le quotazioni dei titoli facendo felici gli investitori mordi e fuggi. Meno per le prospettive aziendali di lungo termine.

La top 10
A differenza del mercato americano in cui un terzo del cash è in mano a 5 colossi della tecnologia (Apple, Microsft, Google, Cisco System e Oracle) nell’area Emea sono soprattutto i settori tradizionali (energia, automotive, telecomunicazioni e utilities) a detenere la quota più importante. Al primo posto della lista delle 10 società quotate più liquide c’è l’utility francese Edf (32,6 miliardi), al secondo posto la tedesca Volkswagen (29,3) seguita da Total (26,4). Il settore petrolifero è il più rappresentato nella top ten stilata da Moody’s. Oltre alla citata Total troviamo la British Petroleum (20,3 miliardi), le russe Rosneft (19,2) e Gazprom (16,4) e la Royal Dutch Shell (18,1). L’unica società non europea della lista è la Saudi Basic Industries Corporation, società chimica da 36 miliardi di dollari di fatturato annuo controllata dal Regno saudita, che risulta avere in cassa 15 miliardi di euro. C’è poi il settore auto. Oltre a Volkswagen nella lista figurano Daimler (18,2) e Fiat Chrysler (17,9).

La liquidità di Piazza Affari
La ricerca di Moody’s si basa sul Paese in cui la società ha la sede legale e pertanto Fca non figura nell’elenco delle società italiane dato che fa base nei Paesi Bassi. La casa automobilistica è comunque la più liquida tra le società quotate a Piazza Affari. Seguono Enel (12,3 miliardi), Eni (12), Telecom Italia (5,7) e Atlantia (3,5). Da un’elaborazione che Il Sole 24 Ore ha fatto su dati S&P Market Intelligence risulta che le società non finanziarie quotate alla Borsa di Milano abbiano in cassa un totale di 84,1 miliardi di euro tra cash e investimenti a breve termine liquidabili. Il dato risulta in calo rispetto agli 87 miliardi del 2015 e ai 95 miliardi del 2014. Se tuttavia si fa il confronto con il 2010 (55,7 miliardi) si può constatare una crescita del 50% che è di molto superiore alla media europea.

In termini assoluti tuttavia le risorse liquide a disposizione delle quotate italiane non sono paragonabili a quelle delle società francesi e tedesche che, a livello aggregato, risultano avere in cassa più del doppio. Calcola Moody’s che il 21 e il 20% dei 974 miliardi totali siano da attribuire a Germania e Francia rispettivamente.

L'AMMONTARE PER SETTORE
In % dei ricavi (Fonte: Moody's Investors Service )

La liquidità a Wall Street
La crescita delle risorse cash delle società non finanziarie è un fenomeno che riguarda in misura maggiore il mercato americano. La liquidità di Wall Street - calcola sempre Moody’s - è cresciuta del 9,2% attestandosi a 1.840 miliardi di dollari. Buona parte di queste risorse è in mano al settore tecnologico che in questi anni ha generato flussi di cassa colossali. La sola Apple risulta avere liquidità per ben 246 miliardi di dollari il grosso dei quali è parcheggiato fuori dagli Stati Uniti in società controllate con sede in Paesi dalla fiscalità più favorevole (nel caso di Apple l’Irlanda). La società fondata da Steve Jobs non è l’unica a seguire questa strada. Dai calcoli di Moody’s risulta che ben il 70% della liquidità detenuta dalle società quotate americane (1.300 miliardi di dollari) sia parcheggiata fuori dai confini degli Stati Uniti.

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