Roma - Prima la telefonata con Angelino Alfano, poi a seguire quella con Giorgia Meloni: Silvio Berlusconi continua a lavorare per ricompattare il centrodestra in Sicilia. La strada però è tutt’altro che agevole e glielo hanno confermato peroprio le due conversazioni telefoniche svoltesi durante la colazione ad Arcore con il coordinatore di Fi in Sicilia, Gianfranco Micciché, principale sponsor dell’alleanza con i centristi di Ap. Meloni anche ieri gli ha ripetuto che Fdi, come Salvini, di allearsi con Alfano non ne vuol sapere e che l’unica possibilità resta quella di un accordo a sostegno di Nello Musumeci con liste civiche centriste (quindi senza il simbolo di Ap) come avvenuto già in Liguria e in molti comuni del Nord nelle passate amministrative.
Quanto ad Alfano, per ora mantiene una linea prudente nascondendosi dietro la conferma di una imminente candidatura centrista. La telefonata del Cavaliere («gradita e amichevole») è però un segnale che il leader centrista non sottovaluta. E che arriva proprio mentre si dava per «fatta» l’intesa del leader centrista con il Pd per la Sicilia, ma anche per un accordo alle politiche. Il punto infatti sono le prospettive per Ap in vista della prossima legislatura. E la partita siciliana, dove Alfano gioca in casa, può offrire al leader centrista l’occasione per mettere dei paletti utili alla futura sopravvivenza politica. La telefonata di Berlusconi è stata quindi apprezzata ma non è sufficiente a sciogliere la riserva. «Il tema non è Fi con cui condividiamo la militanza nel Ppe ma Salvini da cui tutto ci divide», dice Alfano, che però deve fare i conti con i mal di pancia interni. La sortita ieri di Pier Ferdinando Casini, che da Ragusa ha annunciato una rosa di tre nomi (D’Alia, Misuraca e La Via) come possibili candidati per la Sicilia sostenuti da una coalizione «tra moderati e progressisti» non è piaciuta a quella parte dei centristi che puntano a rientrare nel centrodestra, a partire dal cordinatore regionale di Ap in Sicilia Giuseppe Castiglione che è immediatamente intervenuto per sconfessare l’intesa con i dem. In realtà, i colloqui tra Pd (nella persona di Lorenzo Guerini e del ministro Graziano Delrio) e Alfano sono proseguiti anche ieri.
Il tempo a disposizione però si sta esaurendo. Berlusconi prima di pronunciare una parola definitiva ha deciso di commissionare un nuovo sondaggio per capire le potenzialità non solo dei vari candidati (a partire da Musumeci) ma anche del peso delle singole forze politiche. Per il Cavaliere la vittoria in Sicilia è l’apripista per il ritorno al governo del centrodestra e per questo sta seguendo in prima persona la vicenda. Miccichè è convinto che alla fine l’accordo con Alfano si farà. «Lo vedo più vicino», ha chiosato ieri al termine del vertice con il Cavaliere che - sostiene il coordinatore azzurro - gli ha confermato il mandato per «trovare un accordo ampio con tutto il centrodestra». Un accordo che dunque non esclude anche la convergenza di Fi su Musumeci: «L’obiettivo è vincere e per riuscirci, al di là del candidato, presupposto indispensabile è un’alleanza il più ampia possibile».