Si riduce il traffico finanziario degli scafisti in Libia. Un segnale seguito con molta attenzione dagli apparati di sicurezza e dagli osservatori istituzionali. C'è un dato recente, in particolare, messo di continuo a fuoco dagli addetti ai lavori. Riguarda i pagamenti versati dai migranti ai trafficanti di esseri umani. Da un po' di tempo non avvengono più al momento dell'imbarco sul gommone. È venuta meno, infatti, la certezza dello sbarco. I motivi sono noti: l'azione della Guardia costiera libica è sempre più intensa; le navi delle Ong (organizzazioni non governative) stanno quasi tutte lasciando quella fascia del Mediterraneo centrale; i soccorsi sono sempre più incerti e i trasbordi altrettanto.
Il commercio criminale dei migranti, dunque, rischia di entrare in crisi. E gli osservatori hanno notato come adesso spesso il pagamento al trafficante avvenga non più alla partenza, ma al momento del trasbordo/soccorso: quando, dunque, le somme raggranellate con immense fatiche dagli immigrati – da mille a oltre 2mila dollari a testa – assicurano l’arrivo in Europa, quasi sempre in Italia.
Oggi il tema immigrazione sarà uno dei protagonisti del Cnosp, il comitato nazionale ordine pubblico e sicurezza convocato come di consueto per Ferragosto. Il ministro dell'Interno riunirà i vertici delle forze dell’ordine e dell'intelligence. Ci sarà anche – ma ha sempre partecipato al Cnosp – il comandante generale della Guardia Costiera, Vincenzo Melone, ieri a Lampedusa. Minniti illustrerà risultati senza dubbio positivi: gli sbarchi dall’inizio dell’anno sono 97.293, l'anno scorso erano 101.507 con un calo del 4,15%. Impressiona il dato di luglio: secondo l’agenzia Ue Frontex gli sbarchi totali in Italia attraverso il Mediterraneo centrale, 10.160, sono diminuiti del 57% rispetto a giugno. L’agenzia europea sottolinea come i fattori di riduzione delle partenze sono diversi: l’azione della Guardia costiera libica, gli scontri tra fazioni nella zona di Sabrata, porto d’elezione per i trafficanti; ma c’è anche la novità del codice per le Ong e un maggior coinvolgimento dei sindaci libici, già incontrati da Minniti a Tripoli il 13 luglio insieme all’ambasciatore Giuseppe Perrone. I sindaci della Libia a breve rivedranno a Roma il ministro dell’Interno italiano per illustrare i loro progetti di sviluppo, oggetto di finanziamenti dell’Unione europea. E il 28 agosto Minniti incontrerà al Viminale i colleghi di Ciad, Mali, Niger e Libia.
Si rafforza l’azione della missione navale a Tripoli pianificata dal ministero della Difesa. I militari imbarcati su nave Tremiti lavorano per dare sostegno tecnico alle unità navali del governo di accordo nazionale presieduto da Fayez al -Sarraj. Un’azione ormai a largo raggio: riguarda i mezzi navali libici, le motovedette consegnate dall’Italia, altri mezzi di origine cinese e ucraina in dotazione a Tripoli. Lo sforzo italiano, peraltro, si sta allargando ad altri paesi. A partire da quelli origine delle migrazioni. Così tre giorni fa dirigenti del dipartimento di Pubblica sicurezza, guidato dal prefetto Franco Gabrielli, sono andati in Gambia per la consegna ufficiale di quaranta fuoristrada per la polizia locale impegnata nel controllo delle frontiere e le migrazioni irregolari. Dal Gambia quest’anno sono arrivati 5.503 migranti in Italia. Il maggiore flusso resta quello della Nigeria (16.559), quello forse più a rischio anche in termini di ordine pubblico, ad Arezzo alcuni giorni fa c’è stata una rissa con diverse decine di nigeriani, per cinque di loro arresto ed espulsione. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano, in un’intervista alla Bild, ha detto che «dobbiamo lavorare anche alla possibilità di migrazione legale verso l’Europa. Non devono essere trafficanti di esseri umani a poter decidere chi possa e chi non possa arrivare nella Ue» . Quanto poi all’ipotesi di rafforzare il piano dell’operazione Triton per intensificare i soccorsi , ha detto ieri un portavoce Ue,«se l’Italia ne farà richiesta lo valuteremo» .
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