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Roma alla Ue: 270 milioni per il piano Libia

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Roma alla Ue: 270 milioni per il piano Libia

  • –Marco Ludovico

ROMA

Gentiloni non molla la presa su Bruxelles per l’azione dell’Italia in Libia. In queste ore ha mandato una lettera a Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea. Sul piano formale è la risposta alla missiva del 25 luglio inviata al presidente del Consiglio italiano da Juncker, il suo vice Frans Timmermans e dal commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos. Il testo europeo indicava una serie di azioni pronte a essere varate per l’Italia come l’invio «di 500 esperti dalle Guardie di frontiera Ue e fondi per coprire i costi di nuove operazioni» per assicurare procedure di rimpatrio più veloci o la spedizione di «40 tecnici dell’ufficio europeo di supporto all’asilo, per facilitare e velocizzare l’esame delle richieste, in particolare, di assicurare una valutazione rapida di quelle che sono manifestamente infondate».

In realtà l’Italia sta facendo la sua parte con risultati quasi inattesi. Gli sbarchi 2017 fino al 16 agosto sono stati 97.322, -4,12% rispetto all’anno scorso; ad agosto sono giunti 2.109 migranti, nello stesso mese del 2016 sono stati 21.294. Gentiloni, così, nella lettera di risposta a Juncker sottolinea: «Auspichiamo che gli Stati membri assicurino il loro fattivo contributo all’applicazione» del piano d’azione della Commissione approvato dai ministri dell’Interno dei Paesi Ue nella riunione di Tallinn del 6 luglio. Ma il presidente del Consiglio va oltre: sollecita, infatti, l’approvazione del «finanziamento anche delle prossime fasi del progetto (per un totale di 270 milioni di euro fino al 2026)» proposto dal Ministero dell’Interno italiano per il rafforzamento delle capacità libiche di gestione delle frontiere marittime e terrestri «nonché i progetti per rafforzare la frontiera meridionale della Libia e per sostenere lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali libiche e dei Paesi di transito confinanti con la Libia».

Nella lettera, il premier definisce d’altra parte, un «risultato di rilievo» la «recente approvazione – con l’assegnazione di 46 milioni da parte del Comitato operativo del Fondo fiduciario Ue per l’Africa - del progetto proposto dal Ministero dell’Interno italiano per il rafforzamento delle capacità libiche di gestione delle frontiere marittime e terrestri». Un pacchetto, quello messo a punto dal dicastero guidato da Marco Minniti (si veda IlSole24Ore del 3 giugno) che vedrà all’inizio di settembre l’invio di una delegazione a Tripoli per prendere accordi con le autorità locali. In coerenza con il sostegno della missione della Marina militare, secondo i piani del ministero della Difesa, ora presente con nave Tremiti in porto a Tripoli per il sostegno tecnico alle unità navali del governo di Fayez al-Sarraj. Un impegno «a mostrare solidarietà all’Italia» viene sollecitato agli altri Paesi europei anche dal commissario Ue Dimitris Avramopoulos.

Minniti invece deve fare i conti di continuo con le azioni del governo austriaco e i confini con il Brennero. In questi giorni – ed era stato annunciato – Vienna ha deciso di inviare rinforzi per i controlli ai confini con l’Italia. Minniti non ha nascosto il suo disappunto. È considerata «sorprendente e non giustificata», secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, l’iniziativa di inviare 70 militari al Brennero. La situazione, si fa notare, è assolutamente tranquilla, anzi, nei primi sette mesi del 2017, alla frontiera italo-austriaca è stato inibito l’ingresso sul territorio nazionale a 1.200 cittadini stranieri, a riprova del trend dei movimenti migratori dall’Austria verso l’Italia. Per questo il ministro Minniti avrebbe chiesto al dipartimento della P.S. di fare un passo verso i colleghi austriaci.

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