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Centrodestra, rebus Sicilia, Berlusconi media

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verso il voto regionale

Centrodestra, rebus Sicilia, Berlusconi media

(Ansa)
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È Silvio Berlusconi, ancora una volta, a cercare di trovare la quadra per sbrogliare la matassa del centrodestra in vista delle elezioni siciliane del 5 novembre. Ieri sera ad Arcore l’ex Cavaliere ha convocato il coordinatore azzurro nell’Isola, Gianfranco Micciché, finito egli stesso nel mirino di parte dei deputati Fi dell’Ars contrari al nome di Gaetano Armao, che spingono per sostenere Nello Musumeci, supportato da Fdi e, in maniera meno granitica, dalla Lega. «Musumeci è un candidato credibile», ha ribadito ieri l’azzurro Vincenzo Figuccia. «Chi coordina il partito deve ascoltare la gente. Se Micciché vuole fare questo bagno di umiltà, ben venga. Altrimenti Berlusconi lo tolga dalle strade della politica siciliana».

È durato ore il vertice ad Arcore. Sul tavolo sono state valutate tutte le possibilità. L’accordo con i centristi di Angelino Alfano, che ancora non hanno sciolto la riserva sul da farsi, sembra sempre più in salita. Pesa da un lato l’indisponibilità totale di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, dall’altro l’attrazione su Ap esercitata dal Pd, soprattutto se si riuscisse a trovare un’intesa sulla legge elettorale, che permetterebbe ai dem di incassare la piena collaborazione degli alleati di governo sulla legge di bilancio, la vera spina nel fianco dell’autunno.

Dunque, tra gli azzurri spaccati, potrebbe spuntarla chi brandisce l’arma dell’unità del centrodestra come valore assoluto. E si potrebbe invertire il ticket: Musumeci candidato, Armao vice. È la strada indicata dal governatore ligure Giovanni Toti: «Se Armao è un fattore di unità, ma al momento non mi pare, va bene lui. Se lo è Musumeci, che ha raccolto già una parte dei nostri alleati storici, allora è più conveniente convergere su di lui». In ballo, per Fi, il solito dilemma: spingere sul tasto dell’unità, su cui si sta lavorando a livello nazionale anche su input di Berlusconi, o correre da soli rischiando di consegnare l’Isola ai Cinque Stelle o alla sinistra?

Tra gli avversari, l’impasse è la stessa, se non peggiore. Sinistra Italiana, tramite il deputato Erasmo Palazzotto, ha respinto ogni ipotesi di intesa col Pd, confermando il sostegno all’editore Ottavio Navarra. I bersaniani di Mdp, riuniti a Enna, non chiudono invece la porta a una candidatura civica condivisa, come potrebbe essere quella di Fabrizio Micari, a patto che non ci si pieghi «a scambi politici tra il Pd di Renzi e Ap di Alfano». Lo stesso Leoluca Orlando pare in mezzo al guado. Il segretario siciliano Pd, Fausto Raciti, avverte la sinistra: «Non è più tempo di giochi e tatticismi: il Pd è disponibile a replicare il campo largo come a Palermo. Se c’è chi vuole assumersi la responsabilità di consegnare la Sicilia alle destre o ai populismi faccia pure. Noi non li seguiremo».

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