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«Affitti» nello stabile occupato, i pm indagano

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«Affitti» nello stabile occupato, i pm indagano

  • –Ivan Cimmarusti

ROMA

Una busta contenente 13mila euro è la traccia del giro di denaro nero circolato nello stabile di piazza Indipendenza a Roma: l’ex sede dell’Ispra sgomberata nei giorni – in quanto occupata fin dal 12 ottobre 2013 dai Movimenti per la casa - e divenuta una specie di hotel a pagamento per migranti.

Il denaro è stato trovato a un somalo: «Sono soldi miei che dovevo recuperare dalla mia camera», ha detto durante le operazioni. Un particolare che non ha proprio convinto, tanto da finire in un dossier che l’avvocato Carlo Arnulfo, legale di Idea Fimit Sgr spa – titolare dello stabile sotto sequestro giudiziario dal primo dicembre 2015 per l’occupazione abusiva – presenterà domani mattina alla Digos. Il procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale ha aperto un’inchiesta e attende solo il deposito di una informativa che chiarisca quanto emerso nel corso dello sgombero, e cioè che la struttura era diventata un vero e proprio albergo, con tanto di reception dove c’erano tre computer con le liste dei vari “clienti” e anche un macchinario per fare badge di ingresso per accedere alla struttura. Trovati, inoltre, interi scatoloni pieni di ricevute di pagamento per camere. Resta da chiarire chi gestisse il business: eritrei e somali, la maggioranza, oppure italiani?

Di certo non è la prima volta che gli inquirenti capitolini si trovano davanti a simili fenomeni di racket sui migranti. Nel 2014 i magistrati scoprono che Pina Vitale, una delle leader del Comitato popolare lotta per la case, estorce denaro a rifugiati. La vicenda è a processo, ma dagli atti emerge come la donna – assieme ad altri imputati legati al medesimo movimento – riusciva a farsi consegnare contanti per consentire a extracomunitari di vivere in alloggi di fortuna, tutti occupati dai movimenti. La prima “tassa” valeva 100 euro al mese, per “inesistenti bollette”, si legge negli atti. Ogni famiglia era tenuta a pagare 500 euro per presunti lavori fognari o per l’acquisto dello scaldabagno. Per lo stabile di piazza Indipendenza non è stato provato questo mercimonio. Tuttavia risulta a processo Luca Fagiano, leader dei movimenti per la casa, accusato di aver coordinato l’occupazione abusiva.

Intanto monta la polemica sulla violenza negli scontri tra forze di polizia e migranti, durante lo sgombero. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha detto al Meeting di Comunione e liberazione in corso a Rimini che «quelle immagini non possono che provocare sconcerto e dolore, soprattutto dalla violenza che si è manifestata. La violenza non è accettabile da nessuna parte». Un monito anche per la politica, indirettamente invitata a prendere decisioni. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è pronto a diramare una circolare con nuovi chiarimenti circa l’applicazione della legge Orlando-Minniti per gli sgomberi: questi saranno compiuti solo dopo aver trovato alloggi alternativi. Se gli enti locali, come nel caso di Roma, non riusciranno a trovare nuove strutture, saranno coinvolte Ong e associazioni. La mancanza di soluzioni, infatti, è all’origine della manifestazione svoltasi ieri pomeriggio nella Capitale: 5mila persone, la maggior parte migranti sgombrati dallo stabile di piazza Indipendenza – cinque arrestati per resistenza e lesione durante gli scontri, solo due restano in carcere – hanno chiesto “una casa”. Il corteo si è chiuso con un sit-in a Piazza Venezia, autorizzato fino a domani.

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