«La crisi è dietro di noi ma, dobbiamo stare attenti perché potremmo tornare in un attimo nel tunnel». Vincenzo Boccia arriva al workshop Ambrosetti, a Cernobbio, e rilancia il messaggio che bisogna insistere sulla crescita. Ieri il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, aveva affermato che la crisi è alle spalle, ma che ci sono ancora criticità. «Ha ragione, la crisi è alle spalle, ma dobbiamo stare attenti. Siamo all'inizio di una inversione di tendenza – ha continuato il presidente di Confindustria parlando a margine con i giornalisti - i divari ci sono ancora nel paese, dobbiamo evitare cadute all'indietro. Il rischio c'è. La crescita è la soluzione per ridurre i divari all'interno della società italiana, tra le imprese e a ridurre il debito. Dobbiamo continuare su questa strada, abbiamo grandi questioni davanti a noi, non dobbiamo rallentare».
Boccia ha partecipato alla tavola rotonda sulle leve e le sfide per il rilancio del paese, insieme Maria Elena Boschi, sottosegretario a Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno. Le conclusioni della mattinata sono state affidate al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Durante il dibattito e' emersa la condivisione tra Boccia e Padoan sul metodo con cui realizzare le scelte di politica economica: individuare prima gli obiettivi, tenendo conto delle risorse che sono limitate, e quindi fare scelte selettive in base agli effetti che si vogliono realizzare sull'economia reale sulla scala delle priorita' . E l ' occupazione dei giovani, su cui Boccia insiste per misure shock, e' stata citata da Padoan come una priorita' .
Più risorse possibile ai giovani
Ieri Gentiloni aveva definito la ripresa del lavoro «scandalosamente insufficiente» specie per i giovani, le donne e il Sud. Sul tavolo del governo c'è la decontribuzione strutturale per i giovani neoassunti, ma c'è la questione risorse. Ad una domanda sulla freddezza da parte del governo ad alzare la dote di 2 miliardi, Boccia ha risposto: «è condivisibile» sottintendendo dal punto di vista dell'esecutivo «loro hanno l'idea di rendere la situazione un po' più strutturale per i giovani. Noi invece di un'operazione un po' più shock per fare assumere i giovani in tempi brevi data la situazione della disoccupazione giovanile nel paese e in alcune zone in particolare. Sono due punti di vista, rispettiamo il primato della politica, ma la nostra idea è un po' diversa».
Legge di Bilancio: non smontare le cose positive fatte
Bisogna comunque andare avanti sulla strada della crescita: «nel nostro Paese quando c'è la percezione che la crisi è dietro di noi cominciamo a dividere i tesoretti. Dobbiamo evitare l'errore di rientrare nel tunnel appena usciti». Altra questione le tasse, dopo l'annuncio di un riduzione da parte della Francia. Da noi, è la domanda - va bene così? «Non va bene così. Macron ha espresso un piano di legislatura da 50 miliardi di euro di cui 30 saranno utilizzati per investimenti sul lavoro e imprese. E' evidente - continua Boccia - che dobbiamo fare i conti anche con la concorrenza europea, dobbiamo però distinguere tra quello che dobbiamo fare nell'immediato per la legge di bilancio, in cui non abbiamo grandi margini di manovra, e un piano di legislatura. Sono due cose diverse su cui aprire un dibattito all'interno del paese». Pensando alla legge di bilancio secondo Boccia innanzitutto «non bisogna smontare le cose positive che sono state realizzate e che hanno permesso un innalzamento dell'export, del pil e dell'occupazione». Risultati positivi che non sono frutto di un miracolo ha chiarito Boccia nel dibattito a porte chiuse, ma legati da un rapporto causa effetto alle misure prese nel periodo passato: dal Jobs Act a Industria 4.0 sia dal governo Renzi che dal governo di Paolo Gentiloni. Misure alle quali il sistema industriale ha reagito come dimostra tra l’altro la ripresa degli investimenti. Ma non bastano quelli privati «occorre aprire sicuramente un dibattito su investimenti pubblici e privati - ha spiegato Boccia - costruire un percorso e avviarci ad un piano di legislatura, confrontandoci con tutti i partiti del Paese».
Puntare su industria ad alto valore aggiunto
Il dibattito a porte chiuse si era aperto in mattinata con il leader della Lega, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, possibile candidato premier del Movimento 5 Stelle, Giovanni Toti, governatore della Liguria. Ad una domanda se Salvini e Di Maio possano essere interlocutori credibili, Boccia ha risposto: «noi valutiamo i partiti e la politica dai provvedimenti, non dalle persone. Per noi in teoria sono tutti credibili, dipende poi dalle proposte in termini di politica economica, li valuteremo in funzione delle proposte». Infine l'euro forte, un tema che ha tenuto banco nel dibattito di questi tre giorni: può essere un problema per le imprese? «Chiaramente in area euro no – ha detto Boccia – perché vendiamo tutti con la stessa valuta, fuori dall'euro potrebbe diventarlo. Però se puntiamo su un'industria ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di investimenti in Europa questo potrebbe non essere un grande problema. Almeno per noi».
Boccia: con fine Qe senza soluzione debito rischio aumento deficit
La fine del Quantitative easing «mi preoccupa perche' abbiamo tre nodi: debito, deficit e crescita e se non affrontiamo il nodo del debito, se aumentano i tassi di interesse, aumenta anche il deficit» ha dichiarato il presidente di Confindustria in una intervista tv a margine del forum sottolineando che il «Qe finisce nel momento in cui c'e' ripresa strutturale e deve agganciarla ad alto livello».
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