Tecnicamente è solo un provvedimento cautelare interlocutorio. Politicamente è invece un macigno sulla campagna elettorale per il Movimento Cinque Stelle in vista delle elezioni regionali siciliane che si terranno il 5 novembre. Un macigno che arriva nel giorno in cui Cancelleri e Luigi Di Maio sono partiti per un altro tour elettorale nell’Isola, e in particolare in provincia di Messina.
Perché il provvedimento del giudice del Tribunale di Palermo Claudia Spiga, con cui ha sospeso le Regionarie del Movimento che all’inizio di luglio hanno incoronato Giancarlo Cancelleri candidato alla presidenza della regione siciliana, ripropone in Sicilia una scena già vista. Quello del giudice palermitano è un provvedimento cautelare interlocutorio: il magistrato, infatti, ha sospeso l’esito del voto online rinviando la causa al 18 settembre per consentire a tutti i candidati che si sono classificati in posizione utile per entrare in lista l'integrazione del contraddittorio.
Alla base della decisione del giudice palermitano il ricorso presentato già a luglio da Mauro Giulivi, attivista palermitano compagno della deputata Cinque Stelle Chiara Di Benedetto, da tempo critico con alcune scelte del movimento , escluso dalle Regionarie, ovvero dalla competizione online per la scelta dei candidati, a causa di un procedimento disciplinare che era stato avviato nei suoi confronti. Per rintracciare le ragioni del procedimento disciplinare nei confronti di Giulivi bisogna risalire alle Comunarie di primavera, quelle da cui emerse la candidatura di Ugo Forello a sindaco di Palermo. A Giulivi, iscritto al meet-up Il Grillo di Palermo e tra i più votati nella selezione per la candidatura a consigliere comunale, vicina all'ala dei cosiddetti “monaci” guidata da Riccardo Nuti, l'ex leader palermitano del M5s sospeso in seguito all'inchiesta sulle firme false per le elezioni amministrative del 2012, venne chiesto di firmare il codice comportamentale considerato obbligatorio per essere candidato. Codice che Giulivi si rifiutò di firmare e così ha spiegato la sua decisione: «Con un preavviso di due ore e 3o minuti mi è stato chiesto di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento mai letto prima» . Un rifiuto che ha portato al provvedimento disciplinare nei suoi confronti e all’esclusione dalle Regionarie.
A questo punto Giulivi, difeso dagli avvocati Riccardo Gentile e Lorenzo Borrè (il legale genovese che è stato al fianco di Marika Cassimatis), ha deciso di presentare ricorso. Con quali motivazioni? Secondo i legali di Giulivi alla base dell’esclusione vi era una motivazione «pretestuosa e strumentale» che, dunque, renderebbe «illegittime» le Regionarie del 4 e del 9 luglio (primo e secondo turno delle primarie M5s per la scelta dei candidati all'Ars e del candidato presidente).
Il giudice palermitano ha di fatto smontato quel testo che Giulivi avrebbe dovuto firmare: «Poiché non risulta (né è stato allegato) che detta adesione dovesse intervenire prima della candidatura proposta online, e al contrario risulta che nella precedente procedura per le comunarie detta adesione è stata richiesta solo all'esito delle primarie, e poiché il Giulivi è stato escluso da detta procedura, senza formalizzazione di alcun invito alla relativa sottoscrizione, deve escludersi la sussistenza della causa ostativa alla candidatura (mancata sottoscrizione del c.d. codice etico) prospettata dall'associazione resistente».
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