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Bloccati i conti della Lega. Salvini: «Per la prima volta i…

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sequestro cautelativo del tribunale di genova

Bloccati i conti della Lega. Salvini: «Per la prima volta i giudici bloccano un partito»

Matteo Salvini (Ansa)
Matteo Salvini (Ansa)

La magistratura ha bloccato tutti i conti della Lega. «Oggi, per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l'attività di un partito politico». Così Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, ha annunciato la sentenza, che da oggi diventa operativa, sull’irregolarità dell'utilizzo di fondi pubblici. Sentenza che ha causato un sequestro cautelativo per 48 milioni e 900mila euro. Già oggi alcune banche in Emilia, in Liguria, a Bergamo e a Trento hanno negato l'accesso ai conti correnti di dirigenti locali della Lega chiamati a fronteggiare le spese per l'organizzazione della prossima manifestazione di Pontida e in vista dei referendum in Lombardia e Veneto.

Secondo la sentenza la Lega avrebbe truffato Stato e contribuenti
La Lega, secondo la sentenza di primo grado del tribunale di Genova, avrebbe truffato lo Stato italiano e danneggiato i contribuenti. Per queste ragioni il tribunale ha autorizzato il sequestro cautelativo prima della sentenza definitiva. Si tratta di un sequestro preventivo di ben 48 milioni e 900mila euro autorizzato dal tribunale su istanza della procura. La cifra così ingente deriva da un calcolo legato al finanziamento pubblico dei partiti che all’epoca era connesso ai voti presi dal Carroccio. Ora è atteso il ricorso della Lega contro il provvedimento.

Per il leader della Lega è un attacco alla democrazia
Salvini nel corso della conferenza stampa ha parlato di «attacco alla democrazia, una follia». Si tratta, ha affermato, «dell’azione di una scheggia di magistratura: ora non ho disponibilità per pagare i palchi di Pontida».

“In sostanza saremmo chiamati noi a rispondere degli eventuali errori e mala gestione di fondi pubblici da parte del Carroccio della gestione Belsito con Bossi 9 anni fa”

Matteo Salvini, segretario della Lega 

«Rispondiamo di una gestione di 9 anni fa»
Salvini ha sottolineato che il provvedimento di sequestro cautelativo è stato deciso dal tribunale di Genova sulla base di una sentenza di primo grado: «in sostanza, saremmo chiamati noi a rispondere degli eventuali errori e mala gestione di fondi pubblici da parte del Carroccio della gestione Belsito con Bossi 9 anni fa, con la richiesta di 48 milioni».

C'è chi vuole mettere bavaglio al dissenso
Per Salvini «c'è chi, usando un pezzettino di magistratura, anche un solo giudice, vuole mettere il bavaglio al dissenso, ad alcuni milioni di italiani che credono nella Lega». Forse, aggiunge Salvini, «dava fastidio che tanti militanti da tutta Italia venissero a Pontida, per una grande giornata di libertà».

Pontida la facciamo lo stesso
Salvini è risoluto: «se qualcuno pensa di bloccarci si sbaglia di grosso, andiamo avanti ancora più forti di prima. Pontida la facciamo anche a costo di pagarla di tasca nostra». Il leader della Lega ha detto di non avere ancora «niente in mano, aspetto di saperne di più». E ha annunciato che domani vedrà gli avvocati.

Botta e risposta fra i due Mattei
Intanto nel corso della conferenza stampa scatta un botta e risposta a distanza con il segretario del Pd, Matteo Renzi, che dalla Festa dell’Unità di Frascati (Roma) attacca: «Pensate a come sta messo il centrodestra: tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c'è un partito che ha rubato i soldi del contribuente».

“Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c'è un partito che ha rubato i soldi del contribuente”

Matteo Renzi, segretario del Pd 

«La Lega - ha detto ancora Renzi - deve dare 48 milioni di euro del contribuente. E nessuno ne parla. Salvini è tutti i giorni sui talk show, è dappertutto tranne a Bruxelles, e nessuno che gli chieda dei soldi della Lega». Secondo Renzi, risponde Salvini dalla Camera, «la Lega e alcuni milioni di italiani, sono colpevoli di aver rubato. Si vergogni. Un partito che si definisce democratico non si cura di quanto dice la Costituzione».

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