È iniziato stramattina alle 10 sulla piattaforma Rousseau la votazione per scegliere il candidato premier (nonché capo politico) del MoVimento 5 Stelle. Scontata la vittoria del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, sfidato da 7 rivali sconosciuti (a parte la senatrice Elena Fattori). Ogni iscritto al sito www.movimento5stelle.it entro la data del 1 gennaio 2017, abilitato ad accedere a Rousseau, maggiore d'età e che abbia certificato la sua identità tramite il caricamento di un proprio documento, può esprimere un solo voto a favore di un solo candidato. I risultati della votazione saranno depositati presso due notai alla chiusa della votazione stessa, e saranno resi pubblici sabato 23 settembre dal palco di Italia 5 Stelle.
Blog avverte: voto rallentato per troppa affluenza
«Le prestazioni del Sistema operativo Rousseau sono condizionate dall'alta affluenza in contemporanea che si sta registrando». Così il blog di Beppe Grillo
ha tranquillizzato gli iscritti M5s che stanno votando per il candidato premier del Movimento. Da quando è stato aperto il voto molti iscritti del M5s hanno segnalato difficoltà a votare tanto che qualcuno ha addirittura ipotizzato possibili nuovi attacchi hacker. Fatto sta che a metà pomeriggio l'orario di chiusura del voto è stato allungato di quattro ore: dalle 19, previste inizialmente, si potrà esprimere la propria preferenza fino alle 23. «A causa delle performance odierne del sistema operativo Rousseau, condizionate dall'alta affluenza contemporanea di moltissimi utenti, e per dare la possibilità di partecipare alla votazione a tutti gli iscritti che lo desiderano», così si legge sul blog di Grillo. Ma, tra gli utenti della piattaforma, c'è chi chiede di prorogare la consultazione a domani per timore di non riuscire a esercitare il proprio diritto al voto.
Il gelo degli ortodossi
Un voto lampo dunque quello di oggi. E il motivo sembra essere duplice: c'è, innanzitutto da tutelare la piattaforma Rousseau da eventuale attacchi hacker ma c'è anche da archiviare una gestione della competizione che a tanti non è piaciuta. A cominciare dagli ortodossi e da Roberto Fico, silente come mai
in questi giorni e con il quale resta il gelo dei vertici. Un silenzio che non dovrebbe essere infranto fino alla kermesse di Rimini: lì Fico potrebbe parlare già venerdì dal palco principale mentre risulta nella scaletta degli interventi di sabato nel villaggio Rousseau. Difficile che Fico non faccia riferimento al nodo della regola del candidato-capo politico sul quale avrebbe dovuto vertere anche
l'incontro con Beppe Grillo a Roma.
Verso l’incoronazione di Di Maio
Una cosa, al momento, sembra certa: la tanto contestata regola che sfila, almeno formalmente, a Grillo il ruolo di leader è stata voluta dai vertici e non sarà modificata. «Bisognava anche evitare che il candidato premier apparisse
etero- diretto», si osserva nel M5S. Ma il punto darà, inevitabilmente, un volto diverso al M5S che uscirà dalla kermesse di Rimini. Un volto che avrà i lineamenti di Luigi Di Maio. E il super-favorito delle primarie si muove già da leader. «Nel M5s non possono esistere divisioni perché il programma è unico per tutti i candidati. Tutti quanti ci rifacciamo alle 5 stelle» ha detto Di Maio cercando di spegnere le polemiche che rischiano di indebolire il suo trionfo, che sarà annunciato sabato sera.
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