ROMA
La sessione di bilancio muove di fatto i primi passi a Montecitorio e Palazzo Madama e subito sale la temperatura del termometro politico-parlamentare. In attesa del voto sulla relazione con cui il Governo ha chiesto alle Camere il via libera per l’utilizzazione di maggiori spazi di deficit rispetto a quelli indicati ad aprile, dalla commissione Bilancio del Senato è arrivato un primo parziale stop alla Nota di aggiornamento del Def trasmessa dall’esecutivo (NaDef). Il documento appare privo di «un importante elemento previsto in modo tassativo dalla legge di contabilità e finanza pubblica», ha affermato il presidente della commissione, Giorgio Tonini (Pd). Che ha invitato il Governo a colmare «questa lacuna presentando una nota aggiuntiva», con «l’indicazione dei principali ambiti d’intervento della manovra per il triennio successivo» e «una sintentica illustrazione» dei loro «effetti finanziari in termini di entrata e spesa».
Il ministero dell’Economia, per voce del viceministro, Enrico Morando, da parte sua ha assicurato immediatamente che le informazioni e le integrazioni alla NaDef richieste saranno fornite direttamente martedì dal ministro Pier Carlo Padoan, nel corso dell’audizione già in programma in Commissione. Il tutto mentre già entrava nel vivo la partita tra Mdp e maggioranza sui numeri per garantire il via libera alla NaDef.
In commissione Lavoro Articolo 1 ha votato contro il parere sull’aggiornamento del Def predisposto dalla stessa Commissione. Qualche ora dopo Pierluigi Bersani ha comunque lasciato intendere che Mdp non vorrebbe bloccare la NaDef ma a patto di essere ascoltato sui temi rilevanti come il lavoro: «Noi siamo gente di governo, non faremo arrivare la troika, ma il governo apra le orecchie e ascolti anche le nostre proposte, non solo Alfano».
Tornando al percorso in Parlamento della NaDef, che il 4 ottobre approderà in Aula alla Camera e al Senato, a finire nel mirino di Tonini è stata la mancata indicazione per tutto il triennio 2018-2020 (e non solo per il prossimo anno) delle ricadute finanziarie delle misure prioritarie fissate, seppure solo per grandi linee, dal Governo: occupazione giovanile, lotta alla povertà e sostegno agli investimenti.
Il viceministro Morando ha comunque garantito che tutto sarà chiarito martedì da Padoan. Che in quell’occasione potrebbe forse anche rispondere ai rilievi mossi dai tecnici di Palazzo Madama e Montecitorio con il consueto dossier sui contenuti della Nota di aggiornamento del Def. A cominciare da quelli sui capitoli del fisco, del debito, delle privatizzazioni dell’andamento della spesa per interessi e di quella per le pensioni.
In particolare, secondo gli esperti di Senato e Camera «appare opportuno acquisire ulteriori elementi in merito al gettito da voluntary disclosure effettivamente acquisito nel 2016 e a quello previsto negli esercizi successivi». nuove informazioni che sarebbero necessarie anche per «chiarire l’incidenza dell’andamento di tale voce di entrata rispetto all’aggregato complessivo delle “imposte in conto capitale” e alle revisioni apportate a tale voce» della NaDef. Sulle privatizzazioni nel dossier del Servizio Studi e Servizio Bilancio si chiede al Governo «a quanto ammontino ad oggi i proventi effettivamente realizzati nel presente anno».
Intanto dal premier Paolo Gentiloni è arrivata la conferma che in manovra sarà rafforzata la dote (oltre 1 miliardo) per le misure di contrasto alla povertà. «Da gennaio il reddito di inclusione sarà uno strumento importante nella lotta alla povertà e nella prossima legge di bilancio puntiamo ad arricchirlo», ha detto il premier intervenendo alla terza conferenza nazionale sulla famiglia. Padoan ha confermato che il Governo è al lavoro per cercare di aumentare le risorse per la lotta alla povertà. Il ministro Graziano Delrio si è soffermato sull’ecobonus: per i condomini pensiamo a stabilizzarlo per 5 anni.
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