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Famiglia, Padoan: ulteriori risorse per inclusione nella legge di…

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alla terza Conferenza nazionale

Famiglia, Padoan: ulteriori risorse per inclusione nella legge di bilancio

(Ansa)
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Nella prossima legge di bilancio in discussione che sarà presentata al Parlamento nella seconda metà di ottobre, oltre alle misure per «continuare il risanamento dei conti» e «disinnescare le clausole di salvaguardia e quindi non aumentare l'Iva», entreranno anche «risorse limitate per le politiche di sostegno, le chiamerei per la crescita inclusiva, quindi anche per la famiglia». Dice così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, nell’intervento alla terza Conferenza nazionale della famiglia ricordando che già sono stati «complessivamente allocati 5,050 miliardi nel 2017 e 5,1 miliardi nel 2018 per queste misure inclusive».

Più risorse ma monitoraggio della spesa
«Abbiamo messo risorse importanti, ma siamo consapevoli che non sono sufficienti, devono essere aumentate in una prospettiva di medio termine in modo che si espandano», aggiunge il ministro con l’auspicio che negli anni a venire alla crescita delle dotazioni si accompagni pure «un costante monitoraggio che consenta, nel caso, di riallocare le risorse» perché «a volte lo Stato non sa come funzionano alcune misure ed è uno spreco, come quando si lascia il rubinetto dell'acqua aperto».

Def, «ottimista» che i dati presentati siano pessimisti
Un accenno del ministro alla situazione generale dell’economia italiana. «Con un debito che comincia finalmente a scendere e una crescita che si rafforza, come vediamo anche dai dati che emergono, sono ottimista che i dati presentati siano pessimisti, ma non lo dico forte altrimenti mi accusano di essere troppo ottimista».

Boschi: prima misura è rilancio dell’occupazione
Le azioni di rilancio dell'occupazione «sono la prima riforma per la famiglia» del governo Renzi. «Perché possiamo fare tutte le misure di sostegno alle famiglie, assistenziali, agevolazioni fiscali, ma chi lo fa un figlio se non ha un lavoro? La prima riforma è la riforma del mercato lavoro». Anche Maria Elena Boschi prende parte alle assise. Il ragionamento fatto dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio suggerisce che «se non ho un lavoro precario ma un lavoro stabile, forse a fare un figlio ci si pensa con un po' più di serenità. Fare un figlio non è obbligo, ma deve essere un diritto. Non si deve rinunciare, quando lo si vuole, perché non si sa come mantenerlo. Di questo si deve occupare uno Stato». Alcuni «segnali importanti» sono possibili adesso. Ma «riforme più ampie», «che non vogliamo escludere a priori» come «il quoziente famigliare» e proposte che «prevedono l'innalzamento delle soglie di detrazioni per figli a carico» rappresentano «prospettive che riguarderanno la prossima legislatura». Passando a parlare invece di occupazione femminile, Boschi assicura che anche su quello certamente si deve fare di più. «Altrimenti il nostro Paese perde un'opportunità». E ancora: «Occorre che uomini e donne guadagnino allo stesso modo, perché se gli uomini guadagnano di più staranno sempre a casa le donne perché è economicamente più vantaggioso».

Un momento della terza Conferenza nazionale sulla famiglia a Roma

Fedeli: centrale patto corresponsabilità educativa
Il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglie è «centrale» secondo la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. Da quando «dieci anni fa il patto è stato lanciato dall'ex ministro Giuseppe Fioroni», argomenta Fedeli, «si sono creati elementi di conflitto e sostituzione di funzione». «Lo rilanciamo coinvolgendo il Forum delle famiglie, perché dobbiamo costruire con le famiglie elementi di merito che non vogliamo siano burocratici». I figli «sono un bene comune della società e questo non può determinare conflitto». Per la ministra il patto di corresponsabilità comprende anche l'educazione 0-6 anni («anni decisivi per la solidità dei percorsi formativi») e «la condivisione delle responsabilità genitoriali». Bisogna quindi «proseguire sul diritto al congedo di paternità». E anche la no tax aerea per il diritto allo studio «è elemento di sostegno alle famiglie».

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