Ad agosto l'occupazione continua a salire, seppure in modo sempre piu' “fiacco”: +36mila occupati, tutte donne e contratti a termine. Sull'anno le persone in piu' con un impiego sono 375mila, tra queste 66mila hanno in mano un contratto a tempo indeterminato. Male invece gli autonomi, sul mese -7mila occupati; sull'anno -42mila; a dimostrazione di come per professionisti e collaboratori, con o senza partita Iva, l'uscita dalla crisi sia ancora una strada irta di ostacoli.
Giovani in lieve miglioramento
Per i giovani, ci dice ancora l'Istat, la fotografia mostra lievissimi miglioramenti: il tasso di disoccupazione scende al 35,1 per cento (siamo comunque terz'ultimi in Ue, dietro Spagna e Grecia). A livello complessivo il tasso dei senza lavoro cala all'11,2 per cento; e ci sono 42mila disoccupati in meno. Ci sono poi meno donne inattive (qualcuna di loro ha conquistato un'occupazione temporanea). Mentre il tasso di occupazione delle donne sale ancora un pochino: 48,9 per cento. Restiamo in netto ritardo in Europa, e rispetto agli uomini (67,5 per cento) c'e' una distanza di quasi 20 punti. Sull'anno l'occupazione tra i 25-34 anni cresce di 111mila unita'. Male invece tra i 35-49enni: qui si perdono 147mila occupati. Si risente, purtroppo, anche, delle crisi e delle ristrutturazioni aziendali in atto, specie nel settore manifatturiero (ben lontane dall'essere concluse).
La fine della decontribuzione generalizzata spiega la ripartenza dei contratti a termine, liberalizzati nel 2014 dal decreto Poletti. I numeri positivi, ma bassi, dei contratti stabili sono legati essenzialmente ai nuovi incentivi, in vigore da gennaio, gestiti da Anpal (bonus Sud e sgravio Garanzia giovani), che stanno funzionando.
Vola l'occupazione degli over50
L'Istat conclude poi l'analisi sul mercato del lavoro considerando pure l'andamento demografico. Ebbene, la popolazione tra i 15 e i 49 anni e' calata, mentre e' cresciuta tra gli over50. Cio', spiega l'Istituto di statistica, ha influito «in modo decisivo» sulla variazione dell'occupazione nei 12 mesi. Ecco come: per i giovani tra i 15 e i 34 anni la crescita degli occupati che al netto della componente demografica segna +4,2 per cento scende a 3,3 per cento. Quindi, si attenua la crescita. Anche per i 35-49enni c'e' un effetto forte: se si considera il calo demografico da +0,6 punti di occupazione si arretra a -1,5 punti. Addirittura, cioe', si passa in terreno negativo. Al contrario invece tra i “senior”: la crescita degli ultracinquantenni ne raddoppia la crescita occupazionale: si passa da +1,9 per cento (al netto della componente demografica) a +3,8 per cento.
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