«L’obiettivo che mi sono dato è arrivare all’accoglienza diffusa e chiudere i grandi centri di accoglienza». Lo ha detto il ministro dell'interno Marco Minniti, intervenendo ad Aosta alla scuola della democrazia. «I grandi centri di accoglienza - ha aggiunto il ministro - per quanto ci si possa sforzare di gestirli nel migliore dei modi non possono essere la via maestra per l'integrazione». È sull’integrazione, infatti, che «si gioca il futuro delle comunità nei prossimi 15 anni non solo in Italia ma nel mondo», perché «chi integra meglio costruirà paesi più sicuri. È un elemento cruciale per le politiche di sicurezza».
Minniti: separare tema emergenza da immigrazione
In quest’ottica i temi «dell’emergenza e dell’immigrazione devono essere separati, metterli insieme è l'errore più catastrofico che si può fare. Sul tema c'è bisogno di una visione complessiva e su questo si gioca la partita tra
populismo e riformismo» ha spiegato Minniti.
Il piano di integrazione del Viminale
Non a caso a fine settembre il Viminale ha presentato il primo “piano nazionale per l'integrazione”. Il Piano, considerato dal ministro il «principale anticorpo in grado di prevenire e neutralizzare fenomeni di radicalizzazione» è rivolto ai beneficiari della protezione internazionale (sono ad oggi 74.853 in Italia). E individua le priorità: rendere obbligatoria la partecipazione ai corsi di lingua svolti nei centri di accoglienza; promuovere tirocini di formazione e orientamento all'apprendistato; promuovere percorsi per l'accesso all'alloggio creando le condizioni per includere i titolari di protezione internazionale nei piani di emergenza abitativa regionali e locali; potenziare i percorsi di socializzazione riservati ai minori. Ai diritti corrispondono altrettanti doveri. In particolare sono due i valori “non negoziabili”: la laicità dello Stato ed il rispetto della donna.
Minniti: su flussi migratori fievole luce fine del tunnel
Parlando dei flussi migratori dalla Libia Minniti ha commentato : «Incomincia a vedersi una fievole luce alla fine del tunnel. Abbiamo dei dati che ci dicono che in questi mesi abbiamo avuto una diminuzione dei flussi dalla Libia. Ma è ancora presto presto per dire se diminuiscono in maniera strutturale».
Sbarchi in calo del 25%
Complessivamente i numeri segnano una flessione marcata degli sbarchi. Da inizio anno, in base ai dati del Viminale aggiornati al 6 ottobre, è stata del 25,1%. Con un calo concentrato negli ultimi tre mesi: -63% a settembre, -81,6% ad agosto e -51,3% a luglio. La flessione senza precedenti degli sbarchi è ascrivibile al confronto avviato con la Libia, sia con il governo presidenziale di Fayez Al-Serraj sia con i sindaci del Fezzan (il Sud del Paese), ricevuti il 26 agosto dal ministro Marco Minniti al ministero dell'Interno. Nelle ultime settimane, la Marina militare libica ha intercettato e riportato a terra centinaia di migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo.
© Riproduzione riservata