Un territorio colpito dalle crisi aziendali, con oltre 7mila posti di lavoro a rischio. Un tasso di disoccupazione giovanile sopra il 40%, pericolosamente vicino a quello delle province del Sud. Eppure il tessuto produttivo mostra segni di vitalità: il valore aggiunto medio delle società di capitale (dati InfoCamere) è cresciuto nel 2016 dell’8,7%, poco sopra la media nazionale (7,3%). Un trend confermato anche dell’export nel primo trimestre 2017 (+10,8%), con settori dove il valore è quasi triplicato, come il farmaceutico. È una fotografia con molte ombre, ma anche qualche luce, quella da cui parte il tavolo per Roma, il vertice istituzionale volto a rilanciare la città.
Dalla grande distribuzione ai call center
Secondo il report della Cisl di Roma capitale e Rieti, tra vertenze in corso già avviate con procedure di licenziamento, trasferimenti, esuberi annunciati, cassa integrazione, contratti di solidarietà, i posti di lavoro a rischio nell’area della capitale superano le 7mila unità. Nel Lazio, secondo i dati della Cgil territoriale, si sale a oltre 10mila. Senza considerare che già nel 2015 hanno chiuso in regione 17 aziende, per un totale di 860 lavoratori . Tra le crisi in corso non ci sono solo i noti casi di Alitalia, Sky, Almaviva ed Ericsson. Coinvolti sono i comparti più disparati: dalla distribuzione di carburanti al settore energetico, dalle telecomunicazioni all'informatica, dalla grande distribuzione ai call center.
Pesa la disoccupazione giovanile
A preoccupare è l’impatto che le crisi aziendali stanno avendo sulla perdita di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani. Nella provincia di Roma il tasso di disoccupazione tra 15-24 anni è al 40,2% (dati Istat 2016) ben lontano dal 9,8% del totale della popolazione provinciale. Se nella classifica provinciale Roma si piazza al 58° posto tra le realtà con il tasso di disoccupazione più alto, il dato tra i giovani fa schizzare il territorio capitolino al 44° posto.
In ripresa export e farmaceutico
Eppure, le imprese romane che sono riuscite a stare sul mercato, stanno rialzando la testa. Nel primo trimestre 2017 l’export dell’area romana ha segnato un +10,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. A fare da traino è stato il polo della farmaceutica (i medicinali hanno segnato un +206,2%) e della chimica (+12%). Il valore aggiunto medio prodotto dalle imprese dell’area (dati provvisori di InfoCamere, al netto delle aziende quotate) è cresciuto nel 2016 del l’8,7% contro un trend nazionale del 7,3%.
Turismo in ripresa ma meno della media europea
Il business delle vacanze a Roma si è mostrato in grado di uscire dalla crisi post attentati terroristici che ha coinvolto il turismo internazionale: a luglio scorso (ultimo dato disponibile fornito dall’Ente bilaterale turismo Lazio) gli arrivi sono cresciuti del 3,4% e lo stesso trend indicano le prenotazioni di agosto-settembre. Anche il ricavo medio per camera disponibile è in ripresa (+1,3%) anche se l’andamento resta inferiore rispetto alla media europea (+5%):
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