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Bankitalia, Visco in commissione d’inchiesta sulle banche

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Renzi attacca: vigilanza inefficace

Bankitalia, Visco in commissione d’inchiesta sulle banche

(ItalyPhotoPress)
(ItalyPhotoPress)

Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, è arrivato poco prima delle 19 a Palazzo San Macuto, sede della Commissione bicamerale di inchiesta sul settore bancario, per un colloquio col presidente della commissione bicamerale di Inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini. In una nota si legge che «il Governatore, in spirito di collaborazione istituzionale, ha fornito alla Commissione l'elenco dei documenti richiesti che saranno messi a disposizione non appena ultimata la classificazione di segretezza in corso da parte degli uffici
della Banca d'Italia».

Visco convocato da Commissione inchiesta dopo audizione Barbagallo
Visco verrà convocato dalla Commissione d'inchiesta sul sistema bancario dopo l'audizione del Capo della Vigilanza di via Nazionale Carmelo Barbagallo che dovrebbe tenersi la settimana prossima. Lo ha riferito ai cronisti il vice presidente della Commissione stessa, Renato Brunetta, al termine del colloquio, durato circa un'ora a San Macuto, tra l'Ufficio di Presidenza e il Governatore stesso.

Renzi attacca Visco: vigilanza inefficace
Intanto il segretario dem Matteo Renzi è tornato sulla vicenda Banca d'Italia, dopo la mozione del Pd votata alla Camera che impegna palazzo Chigi a individuare la figura più idonea a garantire la fiducia dei cittadini nelle banche, mettendo di fatto in discussione la corsa verso la nomina di Ignazio Visco per un secondo mandato. «Confesso che faccio un po' fatica a seguire da qui le ragioni reali dello scontro. Ieri c'è stata una mozione che riguarda Bankitalia che il Pd ha votato e ha avuto la riformulazione del governo. Non c'è nessuno scontro tra il Pd è il governo perché il Pd ha cambiato una mozione in logica di collaborazione» ha detto a margine di un incontro a Recanati nel suo viaggio in treno per le province italiane. «Se qualcuno vuol raccontare che in questi anni nel settore banche non è successo niente, non siamo noi, perché è successo di tutto. È mancata evidentemente una vigilanza efficace. C'è bisogno di scrivere una pagina nuova», ripete l’ex premier. E per chiarire il concetto dice che «se qualcuno spiega la mancanza di vigilanza di questi anni risponde agli italiani, non al Pd».

«Risolto disastri altrui, nulla da nascondere»
La difesa prende la fisionomia, dunque, di un netto contrattacco. «Il Pd ed io non abbiamo niente da nascondere sul tema della banche: a noi è toccato intervenire per rimediare ai disastri che hanno fatto altri. Perciò non abbiamo nessun problema, e non litighiamo con nessuno». Il punto per il segretario democratico è «sul futuro di Banca d'Italia: non ci riguarda, non tocca a noi, non tocca al Pd fare il nome del prossimo governatore perché lo decideranno le autorità preposte». Ciononostante «è mancata evidentemente una vigilanza efficace, come oggi il procuratore Greco ha spiegato in Commissione di inchiesta. Ci sono stati dei manager, e ne sanno qualcosa anche nelle Marche che hanno preso dei soldi e non hanno lavorato con la professionalità con la quale avrebbero dovuto farlo. Ci sono persone che hanno visto venir meno i loro crediti e hanno sofferto la crisi delle banche».

Nessun contatto con il Quirinale
E così Matteo Renzi tiene il punto. Difende la mozione parlamentare che ha alzato la tensione sulla imminente nomina del nuovo governatore di Bankitalia. Il segretario del Pd non avrebbe avuto tra ieri e oggi nessun contatto con il Quirinale. Ai suoi aveva invece raccontato di aver sentito ieri nel primo pomeriggio, in un momento della tappa a Civita Castellana, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ricevendo la richiesta (poi accolta) di ammorbidire la mozione parlamentare dem sulla Banca d'Italia.

Ma ai parlamentari a lui vicini il segretario ha ribadito ancora nella serata di ieri che il Pd non aveva alternative alla presentazione della mozione. «Noi -questo il ragionamento - non potevamo votare a favore della mozione M5S, ma se ci fossimo limitati a votare contro i giornali avrebbero scritto: il Pd blinda Visco. La scelta sul governatore è dell'esecutivo, e noi la accetteremo qualunque sia, ma non potevamo non dare un giudizio su questi anni. Chi sarà il governatore? Non lo so e non sono più premier, non lo decido io». Continua insomma a respingere con forza, Renzi, un racconto della questione bancaria con al centro il caso Banca Etruria: su Banca Etruria, non su Mps, Banca 121, le banche venete, sono stati fatti più titoli - il refrain del leader ai fedelissimi - che sul Bataclan ma davvero qualcuno pensa che il problema fosse Banca Etruria?

Veltroni: incomprensibile ed ingiustificabile
«Incomprensibile ed ingiustificabile». Chi giudica così il documento presentato ieri dal Pd contro il governatore Visco è Walter Veltroni. Parole taglienti per niente isolate nel coro delle reazioni registrate a seguito dello scoppio del caso. «Da sempre la Banca d'Italia è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l'intero paese. Per questo mi appare incomprensibile e ingiustificabile la mozione parlamentare del Pd».

Napolitano: mozione Pd? Non seguo cose deplorevoli
Altrettanto severo il giudizio del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, interpellato in Senato sulla mozione presentata dal Pd alla Camera in ordine ai criteri per la nomina del governatore di Bankitalia.«Mi occupo in verità di altre cose. Non devo occuparmi delle troppe cose che ogni giorno capitano e che sono deplorevoli». Non commenta («per carità di patria») invece il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, a margine del question time alla Camera.

Zanda: mozioni così meglio non farne
Critico anche il presidente dei senatori Dem, Luigi Zanda. «Quando si tratta di questioni che hanno a che fare con il risparmio dei cittadini e con la stabilità del sistema bancario - ha detto - bisogna sempre usare il massimo della prudenza possibile. E questo significa che di mozioni di questo tipo meno se ne fanno e meglio è».

Calenda: non commento per carità di patria
«Non commento per carità di patria». Così il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sul caso Bankitalia a margine del question time alla Camera.

Berlusconi: occupano posti anche prima del voto
Fa sentire la sua voce Silvio Berlusconi, rispondendo a una domanda sulla mozione dem. «Non mi meraviglia. È proprio della sinistra voler occupare tutti i posti dopo l'elezione. Ora fanno passi avanti e vogliono occuparli anche prima», registra l’ex premier.

Stretta di mano Padoan-Visco a commemorazione Caffè
Nessuna risposta alle sollecitazioni dei giornalisti arriva da parte del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, entrambi presenti questo pomeriggio a Roma alla commemorazione di Federico Caffè. Il ministro è intervenuto proponendo un personale ricordo del professore ai tempi degli studi, mentre il governatore ha seguito seduto in prima fila. Solo un accenno di Padoan alla recente riunione del Fmi cui hanno partecipato insieme. Al momento di lasciare la sala Padoan si è avvicinato per salutare Visco con una stretta di mano. Non molto dopo anche il governatore è andato via senza rispondere alle domande dei numerosi cronisti presenti.

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