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2/5 Fisco e risparmio / Conti correnti e liquidità

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    ipotesi PATRIMONIALE SULLA VITA

    Fondi, polizze, conti: come è cambiata la tassazione sul risparmio

    E' la riserva cui attingere nei momenti di difficoltà. E proprio per questo gli italiani considerano il risparmio come un bene prezioso, da custodire gelosamente e proteggere dalle oscillazioni dei mercati. Anche per questo il Fisco sul “petrolio degli italiani” non ha calcato la mano fino a pochi anni fa (almeno se confrontato con l'estero), badando a non appesantire eccessivamente il carico sugli accantonamenti di risparmiatori e investitori. Ma le esigenze di cassa dello Stato hanno portato i recenti governi ad aumentare la tassazione sul risparmio degli italiani, rimodulando incentivi e imposizioni. Con un atteggiamento a volte ambivalente che ha spaesato risparmiatori e investitori, minandone in parte la fiducia e rimodulando la mappa del risparmio. Vediamo come

    2/5 Fisco e risparmio / Conti correnti e liquidità

    Il tabu per gli strumenti di liquidità è caduto con il decreto SalvaItalia del governo Monti, quando venne introdotta un'imposta di bollo sulle consistenze accantonate in banca. Il provvedimento, aggiornato e rivisto vede oggi i conti di deposito e i pronti contro temine colpiti da un'aliquota del 2 per mille sulle consistenze accantonate, mentre i conti correnti e i libretti di risparmio (bancari e postali) versano un fisso di 34,23 euro l'anno. Su tutti questi strumenti non manca un balzello sui rendimento prodotto annualmente da questi strumenti di liquidità: cifre modeste per ciascun correntista, visto che negli ultimi anni – complice anche il quantitative easing della Bce - i tassi si sono avvicinati allo zero, non di rado toccandolo. Cifre che in ogni caso producono un gettito cui l'Erario non intende rinunciare, visto che sui conti correnti gli italiani detengono ben 1400 miliardi di euro.

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