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4/5 Fisco e risparmio / Fondi pensione

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    ipotesi PATRIMONIALE SULLA VITA

    Fondi, polizze, conti: come è cambiata la tassazione sul risparmio

    E' la riserva cui attingere nei momenti di difficoltà. E proprio per questo gli italiani considerano il risparmio come un bene prezioso, da custodire gelosamente e proteggere dalle oscillazioni dei mercati. Anche per questo il Fisco sul “petrolio degli italiani” non ha calcato la mano fino a pochi anni fa (almeno se confrontato con l'estero), badando a non appesantire eccessivamente il carico sugli accantonamenti di risparmiatori e investitori. Ma le esigenze di cassa dello Stato hanno portato i recenti governi ad aumentare la tassazione sul risparmio degli italiani, rimodulando incentivi e imposizioni. Con un atteggiamento a volte ambivalente che ha spaesato risparmiatori e investitori, minandone in parte la fiducia e rimodulando la mappa del risparmio. Vediamo come

    4/5 Fisco e risparmio / Fondi pensione

    Luci ed ombre nel rapporto dei fondi pensione con il Fisco: da una parte non è stato superato lo schema ETT, ossia esenzione-tassazione-tassazione, che prevede - caso unico nel panorama del risparmio italiano – un'imposizione fiscale sui rendimenti prodotti annualmente; tassazione peraltro innalzata nel 2014 dall'11,5% al 20% (al 12,5% per le quote investite in titoli di Stato white list ossia dell'area Ocse). D'altra parte non è stata cancellata – così come di fatto accaduto alle polizze di ramo I - le agevolazioni in fase di accumulo dei conferimenti agli strumenti di previdenza complementare, con una deduzione dell'imponibile pari a 5164,57 euro l'anno; d'altra parte resta una fiscalità di vantaggio al momento del pensionamento, quando sul montante accumulato va a imporsi un'aliquota del 15% che scende dello 0,30% per ogni anno successivo al quindicesimo di iscrizione al fondo, fino a un limite minimo del 9%.
    Incentivi più che giustificati vista l'importanza strategica dei fondi pensione per la stabilità del sistema previdenziale: la progressiva diminuzione dell'assegno pensionistico della previdenza obbligatoria, , che rischia di trasformare molti lavoratori di oggi in pensionati con redditi assolutamente insufficiente per le esigenze minime, rende questi strumenti di Welfare complementare sempre più indispensabili. Anche se tra i dipendenti privati gli aderenti sono ancora meno di un terzo del totale.

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