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Dossier Waltz: «Odio selfie e social media»

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Dossier | N. 22 articoliFesta del cinema di Roma 2017

Waltz: «Odio selfie e social media»

Christoph Waltz - Space24
Christoph Waltz - Space24

Odia i selfie e i social media. Christoph Waltz, l’attore-regista austro-tedesco che ha vinto ben due Oscar, come miglior attore non protagonista, per 'Bastardi senza gloria' e 'Django Enchained', entrambi firmati da Quentin Tarantino, si è concesso oggi al pubblico della Festa del cinema di Roma, per il primo degli 'Incontri ravvicinati' con Antonio Monda.

«Odio i selfie e i social»
Cordiale, rilascia autografi, si fa fotografare sul tappeto rosso dell'Auditorium, ma all’inizio dell’incontro con il pubblico si secca un po’ di fronte a un fan che gli chiede insistentemente un selfie: «odio i selfie e i social network». Poi ritrovato il sorriso parla dei suoi gusti artistici, di star, del suo incontro con Federico Fellini, di Tarantino e anche del suo destino di fare sempre ruoli da cattivo.

L’improvvisazione non esiste
Al pubblico racconta che «non esiste alcuna improvvisazione, almeno quando recito per Tarantino. E lui che crea questo mondo, questi personaggi. Succede tutto nella sua testa. Lui è sempre un passo avanti a tutti gli altri, ogni virgola della sceneggiatura è sua. E di lui, devo dire, amo più la scrittura che gli aspetti visivi anche perché quest'ultimi mi rimandano ancora alla sua scrittura».

Trentacinque anni per arrivare a Hollywood
Parla del suo ruolo di cattivo: «Mi avete sempre visto nella parte del cattivo, ma ci ho messo 35 anni per arrivare ad Hollywood. Ne ho fatti a teatro, cinema e tv di ruoli non da cattivo. Di fatto fare il cattivo è sicuramente più divertente di fare il buono. Il buono fa il buono e basta, ma è il cattivo il vero elemento drammaturgico che alla fine fa andare avanti le storie. I film comici sono meno apprezzati perché non li capiscono i critici. Di Aristotele il libro dedicato alla commedia non è mai arrivato, solo quello della tragedia. E così forse tutti i critici sono aristotelici».

Marlon Brando: venti anni fa lo amavo, ora non mi piace più
Parla dei suoi attori di riferimento: «Quando avevo venti anni amavo Marlon Brando, ora invece non mi piace molto, neppure il suo “Un tram che si chiama desiderio”. Salvo un po' “Il padrino”. Ogni attore ha i suoi alti e bassi e io non amo fare di un'ammirazione un'ideologia. Credo che per ogni attore esiste, in una parte di cielo, un ruolo in cui lui sarebbe straordinario». Racconta di aver incontrato una volta a Zurigo Fellini, che stava facendo il casting di “E la nave va”. Gli ho fatti vedere delle mie foto in cui ero ribelle, avevo allora 24 anni, ma lui scelse una, in realtà l'unica in cui ridevo». (Nicoletta Cottone)

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