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Ingorgo Senato, c’è tempo per 3 provvedimenti su 10

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fine legislatura

Ingorgo Senato, c’è tempo per 3 provvedimenti su 10

L’aula del Senato sarà impegnata con la sessione di bilancio fino al 25 novembre. Dal 26 novembre si apre una finestra di tre settimane che ha già tutte le sembianze di un ingorgo parlamentare. Ci sono infatti in lista d’attesa per l’approvazione finale ben dieci provvedimenti di peso (anche politico) tra giustizia, diritti civili e sanità. Di questi, solo 3 riusciranno ad andare in porto (uno a settimana, a Palazzo Madama non si riesce a fare di più). La quarta settimana (quella che va dal 18 al 23 dicembre) è infatti già stata “occupata” per un eventuale secondo esame della manovra, di ritorno dalla Camera. Poi, con il via libera finale al ddl di bilancio, la legislatura potrebbe essere al capolinea.

I provvedimenti in agenda
In rampa di lancio ci sono riforme del calibro del processo civile atteso anche dalle imprese, c’è il discusso provvedimento sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, il testo sugli orfani di femminicidio, il pacchetto - caro al ministro Minniti - di misure contro lo jihadismo e i Ddl sui diritti civili (che necessitano di un pre-accordo politico forte) come lo ius soli e il biotestamento. C’è poi un gruppo di testi appena approvati dalla Camera che si aggiungono a quelli in attesa da tempo: c’è il ddl cannabis e quello sulle aree protette, quello sul riordino delle professioni sanitarie e quello sui canoni demaniali delle spiagge.

Il treno «manovra»
Per alleggerire l’ingorgo, sono a disposizione due veicoli di passaggio in Parlamento del calibro del Ddl di bilancio e del decreto fiscale. Alcuni dei provvedimenti in attesa potrebbero essere “ospitati” da questi due “treni” che dovrebbero arrivare a destinazione con sicurezza: tra questi il ddl spiagge e il ddl sulle professioni sanitarie. Sulla falsariga di quanto già accaduto con l’equo compenso per gli avvocati, già approvato dal Senato e inserito nel testo della manovra ufficialmente depositato a Palazzo Madama. Tutto dipenderà dai criteri di ammissibilità con i quali oggi la commissione Bilancio e il presidente Grasso analizzeranno i 120 articoli del ddl di bilancio decidendo cosa potrà essere esaminato e cosa dovrà essere stralciato. Altra chance per salvare alcuni dei provvedimenti attesi e già esaminati da uno dei due rami è l’esame in commissione, in sede legislativa o deliberante (bypassando quindi il voto dell’Aula). Al momento non si prefigurano accordi e, comunque, si tratterebbe di provvedimenti a impatto ridotto.

Riforme «arenate» e in bilico
Ci sono poi progetti di legge sui quali nessuno nutre ormai alcuna speranza. Almeno per questa legislatura. Di questa categoria fa parte, ad esempio, l’accordo Ceta con il Canada. Un provvedimento molto atteso dalle imprese ma sparito dai radar del Parlamento. Dopo aver ottenuto lo scorso giugno il sì della commissione Esteri del Senato, il suo iter si è interrotto definitivamente(molte le contrarietà sia nel centrodestra che nel centrosinistra oltre che fra i Cinque stelle). In bilico, invece, il Ddl Falanga sulla demolizione dei manufatti abusivi. Il testo a firma Ciro Falanga (senatore di Fi poi passato ad Ala) era giunto in aula alla Camera qualche settimana fa, dopo una navetta lunghissima. Ma sotto le critiche degli ambientalisti dei vari partiti è stato rinviato in commissione. Qualcuno, però, scommette che dopo l’aiuto di Ala per l’approvazione del Rosatellum e in previsione di futuri sostegni alla manovra, il Ddl Falanga possa sbloccarsi e magari anche salire sulla corsia preferenziale del ddl di bilancio.

Camera «leggera»
Paradossalmente, la Camera - che ha quasi tutto il mese di novembre libero dalla sessione di bilancio - sarà impegnata con provvedimenti non particolarmente di peso: scontato il via libera al Codice dello spettacolo e alla legge europea (che ha al suo interno le norme sugli “energivori”). Altrettanto sicuri il sì al passaggio del comune di Sappada dal Veneto al Friuli e il via libera all’accordo con il Centro europeo per le previsioni meteo di Bologna (la struttura che si è spostata in seguito a Brexit). A metà novembre potrebbe inoltre arrivare il sì al Ddl caro ai Cinque stelle sul cosiddetto “whistleblowing”, cioè sulla tutela degli autori di segnalazioni di reati soprattutto in chiave anticorruzione. Ancora: Montecitorio avrà all’ordine del giorno il Ddl sulle modifiche all’articolo 18 chieste da Mdp-Articolo 1 e, a fine mese, una mozione a firma Dellai-Brunetta sull’addendum Bce in materia di crediti deteriorati. Poi, a Montecitorio, arriverà la manovra e, con la sessione di bilancio, anche qui calerà il sipario sulla legislatura. Salvo sorprese
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